Il Cirsu è salvo, respinta l’istanza di fallimento

Secondo i giudici il bilancio è in equilibrio e il consorzio non è insolvente Pagati tutti i debiti tranne quello con l’Aia, società vicina alla Deco

GIULIANOVA. Il Cirsu è salvo: il tribunale di Teramo ha rigettato l'istanza di fallimento presentata dalla Deco e il consorzio per i rifiuti può continuare a portare avanti il proprio progetto di restauro aziendale, approvato dal tribunale a marzo. Il pronunciamento dei giudici, atteso da alcune settimane, è arrivato due giorni fa, quando i magistrati Giansaverio Cappa, Giovanni Cirillo e Stefania Cannavale hanno decretato, in buona sostanza, che il Cirsu gode di buona salute e può continuare ad operare.

Lo scorso 16 settembre, il giudice Cirillo aveva ascoltato le parti in causa nella vicenda, e cioè il Cirsu e la Deco, che vanta nei confronti del consorzio un credito di 2.250.000 euro (negato però dal Cirsu) e che aveva chiesto verifiche sulla possibilità del consorzio di continuare ad operare. Lo spettro del fallimento è stato quindi definitivamente allontanato, dato che il tribunale ha rilevato che il Cirsu e il Consorzio stabile ambiente (la società che gestisce il polo tecnologico di Grasciano) stanno lavorando per riqualificare e far ripartire la produttività degli impianti del Cirsu.

Nel documento firmato dai giudici, viene evidenziato come l'istanza di fallimento debba essere respinta perché, per dimostrare lo stato di insolvenza del Cirsu, sarebbero necessari inadempimenti atti a dimostrare che «il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni», insomma che il Cirsu si trovi in uno stato «non transitorio di impotenza patrimoniale» e quindi che non sarebbe in grado di adempiere ai propri obblighi. I giudici rilevano anche che il consorzio, a luglio, abbia pagato tutti i creditori, ad eccezione dell'Aia, la società vicina alla Deco che rivendica la somma non liquidata e oggetto di una richiesta di sequestro conservativo (rigettata dal tribunale), sulla quale si discuterà tra alcuni mesi. Pertanto, si legge nel provvedimento, «considerato che le dinamiche debitorie si inseriscono all'interno di ordinari rapporti commerciali di debito-credito, ai quali deve restare estranea la procedura concorsuale fintanto che esse non siano significative di una patologica e strutturale incapacità patrimoniale del Cirsu di adempiere le proprie obbligazioni verso terzi, e ritenuto che dal bilancio emerge una situazione di equilibrio patrimoniale», il ricorso della Deco è stato rigettato, evidenziando come il Cirsu (al di là del debito di 2.250.000 euro) non versi in stato di insolvenza. Nel frattempo si attende di conoscere l'esito della vicenda riguardante la realizzazione della nuova discarica, bloccata dal Consiglio di Stato per l'irregolarità dell'affidamento dei lavori da parte del Cirsu.

Sandro Petrongolo

©RIPRODUZIONE RISERVATA