Il Pd: non serve il rimpasto ma un freno a Teramo 3.0 

I Dem chiedono a D’Alberto di «ripristinare buone pratiche nei rapporti interni» E la consigliera Cordone in aula si dichiara «scontenta» per lo stesso motivo

TERAMO. Il rimpasto in giunta non serve, ma va messo un freno a “Teramo 3.0”. Si può riassumere così la posizione del Pd nella verifica di maggioranza in Comune aperta dopo il varo del bilancio di previsione. La segreteria Dem, guidata dal consigliere comunale Massimo Speca, raccoglie l’invito del sindaco Gianguido D’Alberto e valuta la situazione politico-amministrativa a un anno dal successo elettorale. Speca elenca una serie di risultati tra cui il ripristino dell’assistenza scolastica piena ai disabili, il dimezzamento dei tempi di erogazione del Cas, l’avvio della progettazione per il recupero del teatro romano, il trasferimento della centrale elettrica della Cona, nonché i fondi ottenuti per la messa in sicurezza ponte San Gabriele. «Non si ravvisano esigenze», sottolinea Speca, «per dare avvio a inutili e controproducenti revisioni delle deleghe in giunta». I delusi dell’anno scorso, insomma, sono destinati a rimanere tali.
Non può andare avanti così invece il rapporto con “Teramo 3.0”. «Il perpetuarsi di percorsi migratori, si vedano gli episodi relativi alle elezioni provinciali e regionali, nascosti dietro la parola civismo che acconsentono a qualunque tipo di approccio politico e il reiterarsi di atteggiamenti denigratori e offensivi», fa notare il segretario Pd, «evidenziano un carico di sopportazione ingombrante che giunge a saturazione nel momento in cui si esclude il riconoscimento del lavoro svolto». Speca chiarisce che il suo partito, pur nel rispetto delle decisioni del sindaco, non intende più «tollerare insulti gratuiti ai propri dirigenti da parte di chi si ritiene compagno di governo in questa città». I Dem auspicano dunque «un’attenta revisione politica tesa, da un lato, a rinvigorire il progetto politico che incarna D’Alberto in ambito sovracomunale e, dall'altro, a ripristinare buone pratiche nei rapporti tra i gruppi politici, finalizzate a dare sempre maggiore impulso all'azione dell’amministrazione».
Il sindaco ha annunciato alla coalizione la sua intenzione di tenere congelate le posizioni, ma la lista che esprime il vicesindaco Maria Cristina Marroni resta sulla graticola. Il malumore nei confronti di “Teramo 3.0” investe anche “Insieme possiamo”, il gruppo del sindaco. A manifestarlo nella seduta consiliare di ieri è stato in particolare Graziella Cordone. Si è presentata in aula indossando una spilla con la scritta “consigliera scontenta” che vale più di un proclama. «Il nostro civismo ha una chiara connotazione politica e orientamenti opposti rappresentano una mancanza di rispetto sopratutto per i cittadini», spiega, «è necessario un atto di responsabilità più che di forza».
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