Il piano della Auchan: 53 trasferimenti 

Lolli: «Inaccettabili senza adeguati incentivi economici». Il sindaco: «L’azienda ci riconsegni la licenza commerciale»

TERAMO. La chiusura dell’Ipersimply è confermata – ma questo era del tutto scontato – e al tavolo della trattativa, che si è svolto ieri in Provincia, la Sma-Auchan proprietaria dell’ipermercato di Piano d’Accio, ha presentato un piano di trasferimenti e di esodo del personale che è stato giudicato inaccettabile dai sindacati e dai rappresentanti istituzionali presenti al tavolo, tra cui il presidente vicario della Regione Giovanni Lolli e il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto. Secondo il piano dell’azienda, 40 dei 53 dipendenti del supermercato verrebbero trasferiti in altri supermercati del gruppo in Abruzzo, in particolare a Spoltore, mentre i rimanenti 13 andrebbero nelle, tra Jesi e Fabriano. Una soluzione che avrebbe conseguenze pesantissime per i dipendenti, costretti ad affrontare spese ingenti per continuare a lavorare. «La Regione comprende anche le ragioni dell'impresa», ha commentato Lolli al termine dell’incontro, «ma per risolvere positivamente la vertenza dobbiamo stringere su condizioni accettabili: la prima è che i trasferimenti siano sostenuti con un'integrazione degli stipendi, il secondo punto riguarda la consistenza degli incentivi all'esodo, la terza è che noi abbiamo il dovere di guardare ad una alternativa per questi lavoratori». E l’alternativa potrebbe essere il subentro di un’altra azienda che potrebbe riassorbire i dipendenti: per questo Lolli e il sindaco hanno chiesto al gruppo Auchan di rendere disponibile la licenza, che assume un valore commerciale molto importante all'indomani della decisione della Regione di bloccare il rilascio di nuove licenze fino al 2023.
«La trattativa non è facile», ha osservato il sindaco, «ma noi abbiano messo sul tavolo alcune condizioni irrinunciabili. Innanzitutto le condizioni che consentano ai lavoratori di sopportare i licenziamenti o i trasferimenti, con adeguate tutele economiche. Altra condizione è quella di evitare che i trasferimenti si trasformino in licenziamenti mascherati. Anche per questo esigeremo che la licenza commerciale torni nelle mani del Comune, allo scopo di intraprendere, assieme alla Provincia, attività che possano dischiudere orizzonti nuovi, in termini di occupazione. Non va messo in secondo piano l’aspetto più generale, relativo alle conseguenze che si riverberano sulla città, già provata dagli eventi degli ultimi anni e che non può continuare a subire situazioni che ne mortificano il rilancio». I rappresentanti aziendali si sono riservati di riflettere sulle proposte avanzate dai sindacati e sostenute dalle istituzioni e le parti torneranno a incontrarsi il 26 settembre, sempre in Provincia.
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