Illegali a Silvi le case del sesso

Proprietari sott’accusa per abuso edilizio, è il primo caso in Italia.

SILVI. Le case del sesso sono come negozi, vi si esercita un’attività commerciale. Il proprietario, quindi, commette un abuso edilizio perché cambia illegalmente la destinazione d’uso dell’immobile. Su questa base il Comune di Silvi toglie l’agibilità all’appartamento e mette nei guai i proprietari. E’ la nuova arma del sindaco Vallescura contro un problema sociale, la prostituzione.
La prima di quaranta ingiunzioni al «ripristino della destinazione d’uso dell’immobile ai soli fini residenziali» è stata notificata al proprietario di un appartamento di via Saline (quindi nella zona Piomba, la più frequentata dalle prostitute) affittato a sudamericane.
I carabinieri hanno accertato che la destinazione dell’immobile non è per uso civico, ma per attività di prostituzione; il Comune di Silvi ha subito disposto la revoca dell’agibilità dell’appartamento, la cancellazione dal registro anagrafico, ed ha ingiunto al proprietario il ripristino della destinazione d’uso residenziale.

PROPRIETARIO NEI GUAI.
A questo punto il proprietario dovrà, entro trenta giorni, richiedere una nuova certificazione di agibilità.
Se non lo farà sarà denunciato alla Procura della Repubblica per abuso edilizio. E l’inquilino? Che fine farà la prostituta?
L’ingiunzione prevede che venga sfrattata, attuando l’articolo 1587 del codice civile che afferma che l’immobile deve essere gestito «come un buon padre di famiglia».

PARLA IL SINDACO.
«Le case sono fatte per abitarci e non per lavorarci attraverso un’attività atipica come quella della prostituta che, in questo modo, guadagna come in un vero e proprio negozio, andando così a cambiare la destinazione d’uso dell’appartamento», spiega il sindaco del Pdl (ex An), Gaetano Vallescura.
La procedura attuata a Silvi è unica in Italia. Punta principalmente sul quartiere Piomba di Silvi Marina dove, da anni, il Comune combatte la sua battaglia per contenere il fenomeno della prostituzione. E i carabinieri arrestano chi sfrutta le prostitute.
«E’ un problema sociale», continua il sindaco che, dopo essere anche sceso in strada con tanto di megafono per manifestare contro le case del sesso, ha ideato una contromisura particolare e pratica.
In sintesi, a marzo scorso, ha inserimento nelle norme tecniche di attuazione al Prg un articolo che disciplina il mutamento delle destinazioni d’uso degli appartamenti in centro urbano «quando essi non vengono utilizzati per fini o funzioni di residenza abitativa», si legge nel testo, «e quindi per civile abitazione, ma per attività diversa ed atipica, che comporta un maggior carico urbanistico».

LA NUOVA NORMA. Nell’articolo quindi si legge che «quando uno o più soggetti che occupano a qualsiasi titolo l’unità abitativa riceve la visita di giorno e di notte, ed a turno, di un numero indeterminato di persone.
«L’esempio tipico», continua la nuova norma legata al Prg di Silvi, «è quello della persona che fornisce una prestazione sessuale dietro riscossione di un compenso. In questo caso si rientra nel novero della destinazione d’uso diversa da quella residenziale». Così l’appartamento diventa come un negozio perché si si svolge un’attività di commercio, seppure illegale e, automaticamente, il proprietario può essere accusato di aver cambiato la destinazione d’uso senza alcun permesso mentre il Comune può inviargli un’ingiunzione al ripristino della normale destinazione urbanistica «ai soli fini residenziali» dopo avergli però tolto l’agibilità.
E’ solo l’inizio: alla prima ingiunzione ne seguiranno molte altre. Sono in molti a rischiare, dai proprietari di immobili alle agenzie immobiliari che affittano decine di appartamenti alle prostitute quando l’estate è finita e la città si svuota dei turisti.