In aula la contestazione degli ultrà

Non passa il regolamento sul referendum, i tifosi insultano il sindaco

TERAMO. La rabbia degli ultrà in consiglio comunale. A sei mesi esatti dalla prima incursione,  una trentina dei tifosi più accesi del Teramo calcio è tornata in aula lanciando slogan e insulti contro il sindaco Maurizio Brucchi e l'amministrazione. In programma c'era il voto del regolamento sul referendum e gli ultrà hanno fatto sentire ancora la loro voce in difesa del vecchio stadio dopo essere stati i promotori della consultazione popolare, richiesta con la raccolta di cinquemila firme, per bloccare il project financing che mira a realizzare il teatro al posto dell'impianto sportivo.

L'iniziativa però è stata dichiarata improcedibile da Brucchi, sulla base di un parere del ministero degli Interni, proprio per la mancanza del regolamento. Quella di ieri era per gli ultrà l'occasione di rilanciare la loro proposta, sostenuta dall'opposizione.  L'emendamento del Pd per salvaguardare la procedura avviata è stato bocciato dalla maggioranza e quando è andata a vuoto anche la prima votazione sul regolamento, per il varo del quale era richiesto il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri, è esplosa la contestazione. «Ladri, vergognatevi», hanno urlato i tifosi, che fino a quel momento erano rimasti quasi in silenzio.

Vigili urbani, poliziotti e carabinieri li hanno fermati nell'atrio ma i loro cori sono rimbombati in aula. Il presidente del consiglio Angelo Puglia ha dovuto sospendere la seduta per alcuni minuti, durante i quali alcuni rappresentanti del centrodestra hanno accusato i colleghi dell'opposizione di aver fomentato la protesta. Espressioni molto forti erano state usate qualche minuto prima da Paolo Albi per attribuire all'amministrazione la responsabilità di trincerarsi dietro al regolamento e al parere ministeriale per affossare la richiesta di consultazione.

«Abbiate la spina dorsale di ammettere che il referendum non lo volete, in spregio delle cinquemila firme raccolte», ha scandito il consigliere, «non siate vermi, non fate le femminucce».  A evidenziare la restrittività del regolamento è stato Gianguido D'Alberto (Pd). «Il quorum del 51% degli aventi diritto al voto per ritenere valido il referendum è irragionevole», ha sottolineato, «perché si tratta di un procedimento che ha valore solo consultivo».

L'amministrazione ha preferito non replicare, ma non è riuscita a evitare la contestazione. Il regolamento tornerà in aula entro un mese, quando per essere approvato basteranno i voti della maggioranza.  Successivamente il consiglio ha approvato il piano integrato che prevede la costruzione di un grande albergo della catena Best Western a Piano d'Accio.

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