L’Università punta sul nuovo mega polo

Il rettore D’Amico fa il bilancio del 2013: «Basilare la collaborazione con territorio e istituzioni: insieme possiamo crescere»

TERAMO. Un panettone da 12 chili con su disegnato il nuovo logo dell’università di Teramo. E’ anche questa una delle immagini-simbolo della “rivoluzione” in atto nell’ateneo teramano. Almeno così l’ha definita il rettore Luciano D’Amico nella conferenza stampa di fine anno. Ad aprire l’incontro un filmato realizzato dagli studenti di Scienze della comunicazione sui momenti salienti del 2013, dall’elezione di D’Amico in poi. Tanti gli obiettivi raggiunti, partendo da una «criticità spaventosa. Abbiamo fatto in modo molto “british” gli indifferenti, ma eravamo vicino al commissariamento e quindi al possibile smembramento».

Il rettore riconosce che tutti i quasi 500 dipendenti si sono impegnati per risollevare le sorti del proprio ateneo. «Ora la ruggine è stata eliminata, la macchina sta prendendo velocità e l’obiettivo è andare lontano», aggiunge. Il bilancio è composto da una rivisitazione radicale della governance dell’ateneo ma soprattutto del potenziamento di ricerca e didattica, raggiunto recuperando risorse riducendo ad esempio le sedi da 10 a 5. Dalle parole del rettore traspare una grande soddisfazione - con qualche momento di commozione - quando parla dell’intenso anno che sta per concludersi.

E poi i progetti per il futuro. «Mi piacerebbe che fra qualche anno l’ateneo possa offrirsi e scegliere partner nazionali e internazionali, ma rimanendo saldamente ancorato a Teramo, realtà dove vuole contribuire a creare uno sviluppo sociale ed economico del territorio. Parlo di un esperimento pilota per il rilancio di un territorio che ha avuto momenti migliori». Non a caso il nuovo logo, che prende il posto del cubo, è un quadrato rosso con la scritta bianca “Unite”: «proprio i colori di Teramo», osserva. Basilare, a questo riguardo, la collaborazione con le istituzioni del territorio: D’Amico prende ad esempio quella con la Regione. E l’assessore regionale Paolo Gatti, presente all’incontro, concorda appieno: «dobbiamo smettere di essere rinunciatari, ci serve un nuovo entusiasmo. Apprezzo il riferimenti al collegamento fra territorio e università, che per Teramo è un valore straordinario: l’abbiamo detto sempre ma a volte sono rimaste solo parole».

Altro obiettivo del rettore, a medio termine, è il miglioramento della vivibilità nella sede di Colleparco mentre ci vorrà più tempo per completare il polo didattico di Piano d’Accio: «abbiamo realizzato l’ospedale veterinario dobbiamo realizzare il padiglione di biotecnologie e bioscienze in modo che il polo agro-bio-veterinario, già riferimento del Centro-Sud faccia da volano a tutto il territorio, proiettandolo in un contesto di assoluto rilievo».

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