La Cgil: mini ospedali e camper, uno spreco

Attacco contro l’unità di cure primarie di Villa Rosa e il laboratorio mobile affidato a Radiosanit

TERAMO. Unità di cure primarie e camper per mammografie ed ecografie: la Cgil boccia entrambi p progetti della Asl che hanno visto la luce pochi giorni fa.

Monia Pecorale, in rappresentanza della Fp Cgil medici parla chiaro: le unità di cure primarie (Uccp) sono un rischio. Una Uccp è stata recentemente inaugurata a Villa Rosa: si tratta di una sorta di mini ospedale, aperto 24 ore su 24, che fornisce svariate prestazioni in svariate specializzazioni. «Leggo che in questi mini ospedali mettono di tutto, ma c’è stato uno studio epidemiologico? Si è verificato qual è la malattia prevalente in quel territorio per dare così risposte mirate? L’Uccp serve per evitare ricorsi impropri in ospedale ma se le prestazioni offerte non sono quelle richieste diventa un inutile dispendio di denaro. Così per la mobilità passiva: è stato fatto uno studio per vedere se le specialistiche del mini-ospedale coincidono con quelle per cui i pazienti vanno nelle Marche a farsi curare? Inoltre nell’Uccp lavorano i medici di base: se un paziente non trova il suo medico di famiglia perchè questo non è di turno non c’è nemmeno una cartella personale del malato messa in rete, che fornisce al medico che non lo conosce dettagli basilari sulla storia clinica del paziente. Vorremmo poi sapere dove troveranno infermieri e Oss, indispensabili per far andare avanti la struttura, se nei quattro presidi sanitari c’è una carenza di personale che fa paura».

La sindacalista dice che in Inghilterra, la prima a ricorrere alle Uccp, stanno tornando indietro perchè vedono che gestire la struttura costa molto. In Toscana invece, continua Pecorale, le Uccp sono aperte solo 12 ore, per il resto si attua l’assistenza domiciliare.

Dure critiche anche per l’iniziativa varata recentemente, il camper anti liste d’attesa che sta facendo ecografie e mammografie in alcune località della provincia. «Per la riduzione delle liste d’attesa c’è un finanziamento regionale di un milione di euro, di questi 350mila vanno ai privati, cioè alla Rediosanit di Roseto», esordisce Monia Pecorale. Il camper viene gestito in toto -compreso il radiologo - dal centro diagnostico privato di Luca Verdecchia. «Non abbiamo un problema con i privati a prescindere», incalza la sindacalista della Cgil. «ma non possiamo tacere quando il pubblico distribuisce in maniera errata le risorse. Perchè dare 350mila euro a Radiosanit? Abbiamo fatto due conti: iol privato percepisce ogni settimana 6.700 euro. E visto che ogni ecografia viene pagata 20 euro, e in un’ora se ne fanno in media tre, utilizzando personale interno alla Asl, a parità di prestazioni si spenderebbero 4.500 euro a settimana. Noi come Cgil siamo contrari al ricorso stabile ai progetti obiettivo (in cui il personale lavora oltre l’orario di lavoro, ndr), ma c’è il blocco delle assunzioni e vorremmo che la Asl risparmiasse le proprie risorse. Un accenno poi alla qualità degli operatori: nel pubblico un operatore sanitario è costretto a formarsi, deve ottenere obbligatoriamente un certo numero di crediti Ecm seguendo dei corsi di aggiornamento. La Asl ha verificato la formazione del personale di Radiosanit e la qualità dei materiali impiegati? Chiediamo poi se è vero che al camper hanno accesso solo i pazienti che pagano e non quelli esenti ticket». (a.f.)

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