mercato ittico

La Cgil si oppone alla privatizzazione: «Meglio assumere»

GIULIANOVA. «Di mercato ittico se ne parla ogni anno, ma esternalizzare il servizio o vendere non è la soluzione: il Comune può assumere fino al 50% del personale che va in pensione». Così Amedeo...

GIULIANOVA. «Di mercato ittico se ne parla ogni anno, ma esternalizzare il servizio o vendere non è la soluzione: il Comune può assumere fino al 50% del personale che va in pensione». Così Amedeo Marcattili, segretario provinciale della Cgil, replica all’ipotesi, proposta dal sindaco Francesco Mastromauro qualche giorno fa, di affidare ai privati la struttura del mercato ittico nel 2015.

«Prima di poter decidere sull’esternalizzazione o sulla privatizzazione», continua, «ci dovrebbe essere una riunione con le rappresentanze sindacali. Ci deve essere un confronto con le parti sociali». Secondo il segretario Cgil ci sarebbero, invece, soluzioni per mandare avanti la struttura senza darla in gestione (l’idea del sindaco, da sviluppare a partire dal 2015, era di affidare il mercato, che ha 100mila euro di passivo all’anno, ai privati, mantenendo la proprietà pubblica anche perché, in base alla norme statali, le assunzioni sono bloccate), a cominciare dall’obbligare anche i pescatori di pesce azzurro, che ora fanno scalo in altri mercati ittici più frequentati, a passare di lì, risolvendo così anche il problema legato all’aspetto sanitario. Marcattili chiede, inoltre, di sapere «chi dovrebbe pagarlo il debito del mercato ittico, visto che il privato non lavorerebbe in rimessa? Forse i cittadini? Bisognerebbe poi anche chiedersi il perché del persistere di questo passivo: le spese sono state gestite bene? I fondi comunitari e regionali destinati alla pesca sono stati investiti correttamente?».

Le norme rispetto alle assunzioni, poi, ci sono ma non sono così rigide, visto che lo Stato permette di reintegrare la metà del personale andato in pensione (nel giro di 24 mesi, dei 4 operai che lavorano al mercato ittico, un paio andrà in pensione). Inoltre, nel giro di qualche anno, la percentuale di reintegro dovrebbe salire ancora. «Esternalizzare un servizio», precisa il responsabile Cgil, riferendosi a uno studio effettuato a livello nazionale dalla Cgil stessa, «peggiora sempre il servizio stesso, che si tratti di scuolabus o di asili nido o di altro, con maggiori spese per i Comuni. E di questo, i cittadini se ne rendono conto». (m.t.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA