La coraggiosa battaglia delle maestre per il diritto al voto

Presentazione con l’autore del libro “10 donne”, scritto da Marco Severini

TERAMO. Il 2 giugno 1946 per la prima volta le donne partecipano al voto in Italia, buon ultima tra i grandi Paesi occidentali a raggiungere il suffragio universale. Eppure, quarant'anni prima, 10 piccole grandi donne avevano ottenuto il diritto di iscrizione alle liste elettorali del Regno d'Italia. Autentiche pioniere del diritto al voto, Carola, Adele, Iginia e le altre avevano poco delle battagliere suffragiste inglesi e americane. Erano diligenti quanto determinate maestre marchigiane, insegnanti per lo più in scuole rurali, che da Senigallia e Montemarciano portarono la loro rivendicazione fino alla Corte d'Appello di Ancona, ottenendo il 25 luglio 1906 dall'illuminato presidente Lodovico Mortara (insigne giurista, in seguito ministro guardasigilli) l'accoglimento della loro istanza, giudicata conforme allo Statuto Albertino che, come molte carte fondamentali, non riconosceva il diritto ma nemmeno lo escludeva.

Questo piccolo ma significativo pezzo del cammino di emancipazione femminile in Italia è stato meritoriamente portato alla luce da Marco Severini nel volume "Dieci donne. Storia delle prime elettrici italiane", pubblicato da LiberiLibri. Severini, docente di Storia contemporanea nell'università di Macerata, presenta sabato 29 marzo il libro a Teramo, alle ore 17.30, a Casa Ruggieri (via Vecchio Mattatoio 6), su invito del locale comitato SeNonOraQuando?. Con lo storico interviene Germana Goderecci, del comitato Snoq. Interventi musicali Lino Pasquarelli.

Come spiegherà Severini nell'incontro odierno, gli effetti della rivoluzionaria sentenza durarono poco. Nei 10 mesi che intercorsero tra la decisione del presidente Mortara e la sua cassazione da parte della Suprema Corte non vi furono consultazioni elettorali: le 10 maestre rimasero iscritte nelle liste ma non ebbero occasione di esercitare il diritto di voto politico giacché il terzo ministero Giolitti rimase in carica per tre anni. Resta il forte valore simbolico della battaglia di Carola Bacchi, Palmira Bagaioli, Giulia Berna, Adele Capobianchi, Giuseppina Grazioli, Iginia Matteucci, Emilia Simioncioni, Enrica Tesei, Dina Tosoni, Luigia Mandolini. Giovani donne ispirate probabilmente, rimarca Severini, da figure emancipate come Teresa Labriola (figlia del filosofo Antonio), militante del movimento suffragista, prima italiana laureata in Giurisprudenza, o la scrittrice Anna Maria Mozzoni, mazziniana e socialista, e soprattutto la corregionale Maria Montessori, prima donna laureata in Medicina, che oltre a rivoluzionare la pedagogia reclamò pubblicamente il diritto di voto per le donne, esortandole dalle pagine dei giornali all'iscrizione nelle liste elettorali politiche.

Anna Fusaro

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