La frana a Civitella del Tronto: «Abbiamo visto crollare la nostra casa»

A Ponzano la storia dei proprietari dell’edificio diventato il simbolo dell’emergenza. Gli stabili spostati di otto metri

CIVITELLA DEL TRONTO. La frana che non si ferma ingoia presente e ricordi. Come quelli di Severino Tortù, 70 anni, e di sua moglie Silvana Olivieri, 63, che oggi possono solo guardare la casa crollata. Perchè quell’abitazione diventata l’immagine simbolo di uno scenario da catastrofe è la loro, quella costruita con il lavoro in Svizzera, quella in cui hanno cresciuto tre figli e che la signora Silvana, andata in pensione il primo gennaio dopo 40 anni, avrebbe voluto finalmente godersi. «Invece da un momento all’altro hanno dovuto lasciare tutto», racconta la figlia Iolanda, tornata da Milano dove lavora, «e chissà quando e se riusciranno a rientrarci». Perchè qui a Ponzano, con cento sfollati in pochi giorni, il presente è svanito sotto la spinta di una frana che nessuno si aspettava e che oggi rimbalza nei servizi dei Tg nazionali tra lacrime e paura.

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GLI EDIFICI SI SPOSTANO. Movimenti lenti e sotterranei che, dice il sindaco Cristina Di Pietro «hanno spostato in avanti di 8 metri e mezzo le case che sono sul fronte». Una certezza arrivata dai rilievi topografici eseguiti ieri dai tecnici del Comune e che questa mattina il primo cittadino consegnerà ai tecnici del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche. Perchè dopo giorni di monitoraggi e sopralluogi da parte della Protezione civile nazionale, da domani saranno sistemati i primi sensori per un controllo continuo. «Perchè solo in questo modo possiamo avere delle certezze e decidere come muoversi» aggiunge il sindaco che in questi giorni ha firmato decine di ordinanze di sgombero. «Non è facile dire alla gente che ha costruito le case con tanti sacrifici che deve andare via, che da un momento all’altro non ha più niente», aggiunge, «ma la situazione qui è davvero drammatica e noi abbiamo bisogno di aiuto per fare i primi interventi, per capire come muoverci non nel futuro ma nel presente perchè bisogna dare delle risposte immediate e doverose alla gente». Che oggi è sfollata in alberghi, a casa di amici e parenti, ma che tutti i giorni torna qui.

ARRIVANO GLI PSICOLOGI. E da oggi per cercare di aiutare i residenti a fronteggiare la situazione arrivano gli psicologi dopo un accordo raggiunto tra Comune e Asl. Un servizio ovviamente gratuito con la possibilità di avere colloqui all'hotel Ermocolle di Ponzano e all’hotel Concorde di Sant'Egidio. Perchè non è facile vedere la propria casa ferita a morte come dopo un terremoto, piegata in due, con le mura spaccate e il piazzale esterno sollevato. «In questa casa abitavo con i miei due figli e le loro famiglie», racconta Giovanni che di anni ne 75 e dopo una vita di lavoro in fabbrica era felice di aver dato un tetto ai figli «perchè così almeno non dovevano pagare i solidi di un mutuo». Ma oggi la palazzina è una delle tante sgomberate, minacciate dalla frana che le sposta come fuscelli, che le piega e le fa crollare. Giovanni sa che lì non ci tornerà più, che ogni giorno che passa un pezzo dell’edificio scivola sempre più a valle. E allora gli restano solo le lacrime per raccontare, ricordare «l’ultimo Natale felice. Eravamo in 25 perchè la casa grande e c’è una taverna con il camino in cui a abbiamo cucinato salsicce per tutti». Giovanni parla al presente. Non ce la fa ancora ad usare il passato.

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