La nuova giunta Brucchi accontenta tutti

Tassoni all'urbanistica, Agostinelli "ruba" al sindaco i progetti strategici

TERAMO. Ingresso in giunta di due nuovi assessori e qualche ritocco alle deleghe. Il sindaco Maurizio Brucchi chiude il caso del rimpasto di giunta con una soluzione che, almeno all'apparenza, non scontenta nessuno. Neppure Giovanni Luzii, sacrificato dal Pdl per fare spazio a Giacomo Agostinelli ma che conserva l'incarico esterno ai rapporti con l'Europa. È il suo volto sorridente, mentre siede per l'ultima volta in sala consiliare tra vecchi e nuovi ex colleghi, che il primo cittadino indica come immagine di «una squadra compatta» che ha assorbito il riassetto senza troppi sussulti.

Fino all'ultimo minuto però Brucchi, che confessa di essere stato spronato dalla «pressione dei media», ha tagliato e cucito assessorati per ottenere quell'equilibrio che sembrava sempre più appeso a un filo. Alla fine ha rinunciato a una delle sue deleghe per rendere più consistente il pacchetto consegnato ad Agostinelli, escluso dalla gestione dell'urbanistica a vantaggio dell'altro nuovo assessore Massimo Tassoni. L'ormai ex capogruppo del Pdl e vicepresidente della finanziaria regionale Fira, titolo che conserverà anche dopo l'ingresso in giunta, si occuperà di progettazione strategica e programmi complessi. Di sua competenza saranno, dunque, il teatro al posto del vecchio stadio, i poli scolastici, il recupero del teatro romano, la trasformazione dell'ex manicomio ed altri mega interventi che finora sono stati impostati e seguiti direttamente da Brucchi.

Agostinelli gestirà anche la polizia municipale, altro incarico a cui il sindaco tiene molto, ma non la delega alle frazioni. Quest'ultima resta in mano a Brucchi, che rivendica il ruolo di «regista», scongiurando così pericolosi accavallamenti con gli assessorati di Rudy Di Stefano (manutenzioni) e Giorgio Di Giovangiacomo (lavori pubblici). Dopo quattro mesi di gestione ad interim da parte del sindaco, l'urbanistica passa sotto il controllo di Tassoni, che succede a Corrado Robimarga, costretto alle dimissioni perché coinvolto in un'inchiesta sulla sua professione di medico. A lui Brucchi e i nuovi assessori rivolgono attestati di stima, uniti all'auspicio di rividerlo presto sulla scena politica. Il "rimpastino" è poi condito da spostamenti di deleghe dettati dalle negatività risultanti dal sondaggio popolare sull'attività dell'amministrazione. Così Mirella Marchese acquisisce l'Urp e il coordinamento degli uffici aperti al pubblico. Mario Cozzi aggiunge al commercio la gestione dello sportello unico per le attività produttive, mentre Guido Campana si ritrova tra le mani le politiche giovanili cedute da Piero Romanelli (pubblica istruzione).

Luzii ringrazia e resta in campo: Brucchi lo destinerà alla presidenza del consorzio che sviluppa progetti da far finanziare all'Europa. Il Pdl porta in aula due consiglieri, Domenico Narcisi e Camillo De Remigis, ai posti di Tassoni e Agostinelli, ma deve ancora individuare il nuovo capogruppo.

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