La Straferro: mai conosciuti i camorristi

L'appalto del nuovo teatro, parla l'impresa marchigiana bloccata dal prefetto di Ascoli

TERAMO. Non conosce il boss di Forcella Raffaele Stolder arrestato a settembre per associazione mafiosa. Non ha mai sentito parlare di Franco Vallefuoco, ritenuto legato a Stolder, né ha mai visto Franco Di Tella che, per la procura di Napoli, è legato al clan dei Casalesi. E farà di tutto per ottenere il mega appalto di Teramo. Non rinuncia cioè al project financing del nuovo teatro che il prefetto di Ascoli Piceno, Grazia Palma Maria Patrizi, tre giorni fa, ha drasticamento bloccato con una misura di interdizione.

LA REAZIONE. La Straferro di Centobuchi non si arrende. L'impresa marchigiana che si è vista annullare, in modo improvviso e inaspettato, dal sindaco, Maurizio Brucchi, la più grande operazione urbanistica mai progettata prima d'ora a Teramo del valore di 43 milioni, va avanti. Vuole conoscere il contenuto dell'atto del prefetto. E si opporrà in tutti i modi allo stop che il sindaco ha detto di aver deciso per «gravi motivi che non posso rivelare», dopo aver ricevuto il documento, di 17 pagine, dal prefetto ascolano. Ma Giovanni Straccia, l'amministratore della Straferro e il suo legale, Sergio Gabrielli, rispondono a tutto campo. La loro replica parte dalla telefonata numero 3620, fatta alle 12,48 del primo ottobre del 2008, finita nell'ordinanza del 23 settembre scorso dell'antimafia di Napoli. E pubblicata su un sito internet di San Marino. Nella telefonata, riportata ieri dal Centro, Vallefuoco (legato al clan Stolder) fa da intermediario tra Di Tella (che la procura lega al clan di Casal di Principe) affinché tale «Zio» presenti al primo una società il cui titolare si presti ad avanzare, per suo conto, una richiesta di Soa (l'attestazione per gli appalti pubblici) per un subappalto, già aggiudicato, di 56 milioni relativo a lavori sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Lo Zio parla di una persona che provvederà a richiedere la Soa. Nell'ordinanza si legge che questa persona «è anche titolare di una ditta per la fornitura del ferro, a nome Straferro Centro Italia, ed anche di società denominate Sofer ed Italferro carpenteria».

PARLA L'IMPRENDITORE. La replica all'ordinanza e all'intercettazione si riassume in questa frase: «Straccia, la Straferro Costruzioni ed i suoi soci non hanno mai neppure sentito nominare Raffaele Stolder. Non hanno mai avuto contatti con nessuna delle altre persone menzionate. Né hanno mai avuto rapporti, come persone informate sui fatti, con la procura della Repubblica di Napoli». L'industriale e il suo legale vanno oltre. Affermano con certezza che non può essere vero «che soggetti, mai conosciuti, possano aver colloquiato telefonicamente tra loro all'insaputa della società Straferro per finalità conseguenti alla acquisizione di abilitazioni Soa». L'avvocato Gabrielli fa una deduzione a favore dell'impresa: «Le altre società menzionate non sono neppure provviste di autorizzazione Soa. E quindi il fatto che degli ignoti soggetti avessero, oltre tre anni fa, conversato al telefono e nominato tali imprese come titolari di autorizzazione Soa è una vicenda che ci lascia assolutamente indifferenti». In altre parole, i personaggi intercettati dalla procura di Napoli hanno millantato credito. «Sono dichiarazioni non vere», continua il legale, «la società è totalmente estranea. Anzi è parte offesa. La Straferro non ha mai avuto nessun tipo di rapporto con organizzazione camorristica o malavitosa. Né con soggetti che si sapessero coinvolti in fatti camorristici o di altro tipo di criminalità. Sono false insinuazioni. Illazioni». Altrimenti, afferma l'avvocato, come spiegare che non ci sia stato, da settembre ad oggi, nessun coinvolgimento della Straferro nell'inchiesta della procura napoletana?

L'ATTO DEL PREFETTO. L'interdizione per la Straferro è coperta dal segreto. Sia del sindaco, sia della prefettura di Ascoli. E l'industriale Straccia dice «di non aver ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria, di nessun genere». Ma non è rimasto fermo. Ha già formalizzato un'istanza di accesso agli atti alle prefetture di Teramo e Ascoli Piceno. Ma fino a ieri non hanno avuto risposta.

LA REPLICA A BRUCCHI. Così Straccia va avanti. Non lascerà il mega appalto bloccato dal sindaco e dal prefetto. E dichiara che «attiverà tutte le iniziative giudiziarie consentite per la tutela dei propri diritti comunque nascenti dalla aggiudicazione del project financing che intende assolutamente portare a termine». Le conclusioni dell'industriale e del suo legale sono queste: «Non abbiamo ceduto né intendiamo cedere a qualsiasi pressione che dovesse essere compiuta anche mediante accuse infondate che denigrano l'impresa. La Straferro srl e i suoi organi sono completamente estranei a fatti penalmente rilevanti, e tanto più ad ogni malevola ipotesi di contatti e accostamenti con organizzazioni malavitose. Confidiamo, pertanto, serenamente nel fatto che la giustizia accerterà la falsità delle accuse mosse». Questa è la lunga e circostanziata replica dell'impresa marchigiana di fronte alla quale abbiamo chiesto al sindaco Brucchi se intende fare marcia indietro. Ma la sua risposta è stata chiara: «E' impossibile perché non dipende da me. Si tratta, dal punto di vista amministrativo, di un provvedimento di "interdizione tipica"», risponde il sindaco, «ho un potere discrezionale solo di fronte a una "interdizione atipica". In questo caso quindi non posso più decidere nulla».

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