La Tercas punta su 400 milioni dalla Bce

Il sindaco Brucchi: «La banca è solida, ce la farà ma deve restare del nostro territorio»

TERAMO. La Banca Tercas potrebbe ottenere dalla Bce 400 milioni di euro in cambio di una maxi cartolizzazione di crediti esigibili. Dai piani alti della sede di corso San Giorgio arriva la conferma di questa operazione in corso che darà ossigeno alla Cassa commissariata da Bankitalia. Da quando Tercas è in mano al commissario Riccardo Sora che è affiancato dal nuovo direttore generale Dario Pilla questa è una delle prime notizie che hanno il potere di ridare fiducia al territorio che trepida per le sorti del primo polo bancario abruzzese. Alle indiscrezioni sulla operazione di cartolarizzazione milionaria si aggiunge un deciso intervento del sindaco Mauzizio Brucchi a difesa della banca teramana che, nel giro di pochi giorni, ha perso sia lo storico presidente Lino Nisii che l'intero Cda.

Ma andiamo per ordine. La cartolarizzazione di 400 milioni ha preso il via a luglio 2011. Quindi con la vecchia governance messa sott'accusa da Bankitalia (leggi ex dg Antonio Di Matteo), ma è riusciuta a superare sia il vaglio a settembre dell'ispezione di Bankitalia sia il terremoto che si è abbattuto due settimana fa su Tercas con il decreto di commissariamento voluto dalla Banca Centrale e da Mario Monti. Quella in corso si chiama tecnicamente "cartolarizzazione in bonis". Parliamo di crediti vantati da Tercas sotto forma di mutui concessi a clienti in grado di estinguerli. Crediti valutati con tripla A, che Tercas ha traformato in obbligazioni cedute in collaterale alla Bce che restituirà il corrispettivo di 400milioni alla banca. L'operazione andrà in porto, assicurano da corso San Giorgio.

Intanto scende in campo Brucchi. «Lasciamoli lavorare», esordisce il sindaco riferendosi a Sora e Pilla. «La Tercas deve tornare ad essere banca del territorio. Questo è il mio invito. Ma sta già accadendo. Da informazioni qualificate so che la Tercas, nel primo trimestre del 2012, ha triplicato i prestiti alle medie e piccole imprese, rispetto allo stesso periodo del 2011, portandoli a 80 milioni. In più», prosegue Brucchi, «sono in diminuzione le esposizioni con grandi gruppi fuori dal territorio. E' la strategia giusta che la banca avrebbe dovuto intraprendere anche prima». In parole semplici: la politica delle formica è la migliore di questi tempi. Ma non basta. Sotto osservazione è anche il popolo dei correntisti. «Mi risulta però che in queste settimane non ci sono stati grandi spostamenti», afferma il sindaco, «i clienti hanno capito che la banca non è in crisi di liquidità e hanno dato fiducia alla nuova governance che punta al territorio». Una fiducia che può anche crescere, dice infine Brucchi, «se Banca Tercas decidesse di aiutare ancora il basket teramano ad uscire dal guado».

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