La Tercas sotto osservazione della S&P

La società di rating valuta l'acquisto. La Caripe manterrà il suo storico nome

TERAMO. Standard e Poor's è cauta sull'operazione Caripe. L'agenzia londinese che misura l'indice di affidabilità delle banche (il rating) non boccia né promuove l'acquisto da 228 milioni che crea il polo bancario più grande d'Abruzzo. Ma mette sotto osservazione la Tercas.

Il lancio d'agenzia Adn-Kronos che ieri ha diffuso la notizia arriva nelle stanze che contano della banca teramana alle 19.

Il commento è chiaro e laconico: «E' una procedura classica. Siamo noi che, a differenza di altri istituti, preferiamo sottoporci al giudizio di rating».

Ma dalla banca di corso san Giorgio, che sabato prossimo a Pescara (ore 10, hotel Carlton) illustrerà i dettagli dell'acquisto del 95 per cento di Caripe dal Banco Popolare di Verona, arrivano altre due notizie che rassicurano il fronte pescarese dell'operazione.

La prima è che banca Caripe non perderà il suo storico nome «perché la identifica come banca del capoluogo adriatico», spiega il dg Antonio Di Matteo. La seconda è che nessuno dei 382 dipendenti perderà il posto di lavoro, salvo l'azzeramento dei vertici peraltro già previsto nel piano d'acquisto. Ma torniamo all'agenzia S&P che, nella nota diffusa da Adn-Kronos, valuta tre punti sostanziali dell'operazione e gli affetti che questa avrà sulla cosiddetta capitalizzazione della banca. Senza però sbilanciarsi più di tanto non avendo ancora materialmente ricevuto il piano della compravendita portata a termine venerdì scorso con successo dalla banca presieduta dal 1982 dall'avvocato Lino Nisii.

In sintesi, Standard & Poor's vede, nel breve termine, un indebolimento della banca, come del resto era prevedibile dopo che la Tercas ha investito ben 228 milioni di euro per acquisire la quasi totalità della Cassa pescarese. Non può pronunciarsi, però, sugli effetti che l'operazione avrà per il credito a lungo termine. A tal proposito, l'agenzia Adn-Kronos si limita a citare l'analista Luigi Motti che dice: «L'acquisizione e integrazione di Caripe può avere un impatto negativo sul profilo finanziario di Tercas dai termini annunciati della transazione», cioè i 228 milioni spesi.

Ma la stessa agenzia di rating londinese spiega sia che questo gap, temporaneamente negativo, viene compensato sotto il profilo finanziario dall'aumento della «massa critica dell'istituto», cioè dal monte depositi di Caripe confluito in Tercas. Sia che «la banca sta valutando alcune misure per attenuare l'effetto dell'acquisizione», effetto che per S&P si sintetizza tecnicamente in un «Tier 1» di capitale (il rapporto patrimonio e attività ponderata in base al rischio, ndr) di meno 0,5 per cento.

L'ultima analisi riguarda il rischio di doppioni o sovrapposizioni di sportelli bancari Tercas e Caripe che per S&P però non esiste pur essendo l'attività bancaria concentrata su un'area non estesa e ritenuta dall'economia comunque "debole".

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