TERAMO

Lavoratori in nero per realizzare borse firmate: quasi 80mila euro di sanzioni

Emerse una serie di irregolarità in uno stabilimento della Val Vibrata gestito da un'imprenditrice cinese

TERAMO. Sedici lavoratori senza un regolare contratto di lavoro, tutti di nazionalità cinese, impiegati in un'azienda della Val Vibratache produce e assembla borse di griffe famose. I dipendenti irregolari, su un totale di 19 presenti al momento dei controlli, sono impiegati alle dipendenze di una donna cinese, W.X., queste le iniziali.

I controlli sono stati fatti dal Nucleo dei carabinieri Ispettorato del lavoro, in collaborazione con l’Arma territoriale e i carabinieri forestali, al termine di una attività ispettiva incentrata sulla verifica dell’osservanza delle norme di tutela dei rapporti di lavoro, della legislazione sociale e della sicurezza nei luoghi di lavoro, oltre alla corretta applicazione dei protocolli di sicurezza anti Covid e dell'obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro. Le verifiche sono andate avanti a campione in tutta la provincia di Teramo anche alla luce delle nuove disposizioni di legge che hanno inasprito le sanzioni sulla sicurezza, prevedendo l’applicazione della sospensione immediata dell’attività delle aziende qualora venga riscontrata la mancata redazione del documento di valutazione dei rischi e la formazione dei lavoratori sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Durante i controlli in Val Vibrata i carabinieri hanno accertato che il borsettificio gestito dall'imprenditrice cinese non rispettava le misure di contrasto e contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro. In particolare, oltre alla mancanza di contratto, 14 lavoratori non avevano il certificato verde (Green pass). Inoltre lo stabilimento non rispettava gli obblighi di sicurezza. Tra le contestazioni figurano la mancata redazione del documento di valutazione dei rischi, del medico competente e del Rspp, carenti sono risultate le misure antincendio, la pulizia dei luoghi di lavoro, l'impianto elettrico e la cassetta di primo soccorso. Tra i lavoratori controllati è stato individuato anche un cittadino cinese clandestino, Z.B., che è stato denunciato e accompagnato in Questura a Teramo per le procedure di espulsione. A carico della titolare della ditta è scattata la sospensione amministrativa dell’attività imprenditoriale per aver impiegato 16 lavoratori in nero su 19, pari all’84,20 per cento del totale; un secondo provvedimento di sospensione amministrativa “immediata” per gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro; un terzo provvedimento di sospensione amministrativa dell’attività imprenditoriale per 5 giorni per "gravissime violazioni al protocollo di sicurezza Covid-19 all’interno delle attività produttive". Per le misure Covid è stata sanzionata la titolare dell’opificio e i 14 lavoratori privi di Green pass. Complessivamente sono state elevate sanzioni amministrative per un importo di euro 78.620 euro (9.200 per sanzioni Covid e ammende per 16.000 euro). La titolare della ditta W.X. è stata denunciata anche per aver occupato un extracomunitario in stato di clandestinità sul territorio italiano e per gravi violazioni in materia di sicurezza.