«Lavoro, in provincia è un massacro»

E' crisi da record: a Teramo il 43% della cassa integrazione di tutto l'Abruzzo

TERAMO. «In provincia di Teramo sta succedendo un massacro». Parole più eloquenti Giampaolo Di Odoardo, segretario provinciale della Cgil, non poteva sceglierle per descrivere la situazione dell'occupazione a livello locale.

CASSA INTEGRAZIONE. Il sindacalista illustra dati allarmanti dell'Inps: da gennaio ad agosto di quest'anno le ore di cassa integrazione sono state 9.103.254 in provincia di Teramo, cioè il 43,2% di tutta la regione. Il Teramano ha in pratica quasi il doppio della provincia seconda classificata, quella di Chieti, dove sono 5 milioni e mezzo. «E' un dato che peraltro va rapportato al numero di occupati, che certamente è minore, essendo la nostra provincia non fra le più grandi d'Abruzzo», fa notare Di Odoardo, «se si considera invece il rapporto fra numero di occupati e numero di lavoratori in cassa integrazione, siamo addirittura i secondi in Italia. Il manifatturiero, su cui si basa il nostro sistema produttivo, è fermo. Si pensi, ad esempio, che in 76 aziende del tessile-abbigliamento in cui è presente la Cgil, su 3454 dipendenti 1519 usufruiscono di qualche ammortizzatore sociale».

LAVORO GIOVANILE. In provincia di Teramo ci sono 50.303 giovani dai 18 ai 30 anni (al 30 giugno di quest'anno): per loro il tasso di disoccupazione è del 14,3% (cioè 7.193 giovani) e il tasso di inattività (cioè chi non ha mia lavorato) è del 33,2%. Lo studio della Cgil fa notare inoltre come, considerando la fascia di giovani fra i 15 e i 25 anni il tasso di disoccupazione è del 18,2%. «I giovani avevano già perso la speranza del posto fisso, ora hanno perso anche la speranza del posto precario», osserva Di Odoardo.

SALARI. La massa salariale persa nel 2009, stando al report della Cgil, ammonta a 29 milioni 378mila euro, in provincia. «I debiti a cui le famiglie non riescono più a far fronte sono aumentati negli ultimi 6 mesi del 14,7%. E già erano aumentati del 21,7% nello scorso semestre. Di fronte a tutto questo non si vedono interventi. Per la prima volta in questa provincia anche il ceto medio va in crisi e non arriva a fine mese, ma la cosa viene ignorata. Come si preferisce ignorare che il Teramano in Abruzzo è maglia nera anche per il reddito pro capite, che ammonta a soli 12.225 euro a persona. C'è un "caso Teramo", guardiamo che fine sta facendo la provincia che una volta era paragonata al Veneto», attacca il sindacalista.

PENSIONI. I pensionati che percepiscono fino a 250 euro sono 8.842, quelli da 250 a 500 euro 38.409, quelli da 500 a 750 18.812. Su un totale di 82.866 pensionati circa il 70% vive, in pratica, con meno di 700 euro al mese. «Qualcuno ci spieghi come si fa a vivere con 750 euro o anche meno», osserva Di Odoardo, «se poi, come è nell'ordine delle cose, ci sono anche problemi di salute, diventa impossibile».

AIUTI ALLE IMPRESE. Un paio di mesi fa sindacati e associazioni degli imprenditori elaborarono un documento in cui si suggeriscono a Provincia, Regione e governo una serie di interventi a sostegno del sistema produttivo locale. Si tratta di 40 punti per cercare di rilanciare l'economia, presentati ufficialmente alla Camera di commercio, che ha assunto un ruolo di coordinamento del gruppo. «Sono proposte cadute nel vuoto, nessuno si è interessato a quel che hanno da dire il mondo produttivo e i lavoratori teramani. Ci sono altre proposte? Si sta lavorando a qualcosa di altro? Non sembra», conclude il segretario provinciale della Cgil. E fa notare che quei 973 capannoni abbandonati in provincia di Teramo la dicono lunga su quel che accade.

© RIPRODUZIONE RISERVATA