Le primarie a Teramo, Renzi mette alle corde Bersani

Affluenza record ma il partito è spaccato in due. La dirigenza (Verrocchio-Melarangelo) però non fa passi indietro 

TERAMO. Meno di 400 voti, su un totale di quasi 18mila, dividono Pier Luigi Bersani da Matteo Renzi. I numeri teramani delle primarie del centrosinistra fotografano una divisione quasi perfetta tra gli elettori delle due anime del Pd. Il segretario nazionale, con il quale era schierata di fatto tutta la dirigenza locale del partito, ha ottenuto una maggioranza davvero relativa delle preferenze, incalzato dal sindaco di Firenze. Ma a Teramo è anche significativo, in vista del ballottaggio di domenica prossima Bersani-Renzi, il risultato di Nichi Vendola. Davvero modesto infine l'impatto di Laura Puppato e Bruno Tabacci.

COSÌ IN PROVINCIA. Teramo è la provincia abruzzese che ha fatto registrare la più alta affluenza alle urne. Sono stati 17.725 gli elettori che domenica si sono presentanti ai 69 seggi aperti su tutto il territorio. Bersani ha incassato 7.306 preferenze, poco più del 41% del totale, Renzi ne ha ottenute 6.914, pari al 39%, Vendola 2.970 (16,7%), mentre Laura Puppato non è andata oltre i 343 voti (1,9%) e Tabacci si è fermato a quota 192 con l'1% dei consensi. Il confronto con i dati regionali e nazionali indica che il leader del Pd è rimasto sotto la media, il sindaco di Firenze si è attestato sopra e il governatore della Puglia ha un risultato consistente, visto che in Abruzzo ha riportato il 19% delle preferenze contro il 15% a livello italiano. La massiccia partecipazione al voto è sottolineata dal segretario provinciale del Pd Robert Verrocchio. «Un risultato che va al di là delle nostre aspettative», afferma, «perché ha superato i 16mila votanti delle primarie del 2009». Il segretario, secondo cui il centrosinistra in provincia ha sconfitto l'antipolitica, esprime soddisfazione per i risultati dei candidati del Pd ma non vede nel consenso di Renzi una critica alla dirigenza. «I candidati sono del partito e non rappresentano solo loro stessi», fa notare, «diamo il benvenuto ai tanti elettori che si sono avvicinati a noi e che sicuramente ci accompagneranno fino alle politiche».

COSÌ IN CITTÀ. Verrocchio evidenzia i circa 2500 votanti nel comune di Teramo, nonostante questa città sia "roccaforte del Pdl". Ma in città Bersani, sostenuto dalla segreteria, l'ha spuntata di un soffio, con appena 19 voti in più rispetto a Renzi, che non aveva referenti locali di peso. Non solo: nel seggio di San Nicolò il sindaco di Firenze ha superato il leader nazionale, mentre a Teramo centro è finita in pareggio perfetto, quasi incredibile. L'affermazione di Bersani è stata netta solo a Colleatterrato. «Un successo non scontato», lo definisce il segretario comunale Alberto Melarangelo. E il margine risicato? No problem: Melarangelo è soddisfatto del risultato del leader. «Renzi ha fatto registrare un bel dato», ammette, «ha sfruttato il voto d'opinione, visto che non aveva rappresentanti in città». E alla fine il segretario ammette che il consenso ottenuto da Renzi «indica un'esigenza di rinnovamento che però va abbinato alla necessità di riequilibrio a sinistra della coalizione testimoniata dalle 566 preferenze di Vendola».

I COMUNI RENZIANI. Renzi ha fatto il pieno di voti soprattutto a Castellalto (523 voti, contro 107 di Bersani) e Pineto (832 a 336), dov'è peraltro residente Verrocchio. Poi Controguerra, Alba, Mosciano e Torricella. Il "rottamatore" ha vinto a sorpresa, per 28 voti, anche a Giulianova (690 preferenze contro le 662 di Bersani), conquistando in totole 15 dei 39 comuni in cui sono stati allestiti i seggi.

I FEDELI AL LEADER. Il margine più clamoroso, da maggioranza bulgara, Bersani l'ha ottenuto a Campli con 562 preferenze rispetto alle sole 81 di Renzi. Più stretta la forbice a Roseto, quartier generale del parlamentare Tommaso Ginoble, che fa parte del comitato nazionale per Bersani, dove il leader ha superato di 114 voti il sindaco toscano. Con il segretario nazionale si si sono schierati anche Bellante (231 a 159), Torano e i comuni interni di Tossicia (130 a 29), Crognaleto (174 a 52) e Cortino (101 a 10).

OPPURE VENDOLA. In due comuni il più votato è stato lui. A concretizzare lo slogan del governatore pugliese: "Oppure Vendola" sono stati Isola del Gran Sasso del sindaco Pd Alfredo Di Varano (127 preferenze per il candidato di Sel contro le 114 di Bersani) e Castilenti, zona storicamente d'influenza dell'ex leader Dc poi ex senatore di Forza Italia Rocco Salini, che ha espresso 33 preferenze per il rappresentante della sinistra radicale a fronte delle 32 incassate da Renzi.

Gennaro Della Monica

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