Licenziato perché si veste da donna

Balla nei locali con abiti femminili, teramano perde il posto di lavoro.

TERAMO. Si esibisce vestito da donna nei locali come drag queen e l’azienda lo licenzia. Il caso è destinato a finire sul tavolo del giudice del lavoro: l’uomo, infatti, si è rivolto ad un legale che ha impugnato il licenziamento e annunciato ricorso per ottenere il reintegro.
L’avvocato Sigmar Frattarelli, che è pronto a chiedere anche un risarcimento danni per «l’umiliazione e la discriminazione», parla di «un licenziamento ricondotto proprio all’orientamento sessuale del lavoratore come se questo e la semplice esibizione canora in discoteca con vestiti femminili fossero qualcosa di disdicevole a livello etico, morale e professionale».

I FATTI. Il protagonista è un teramano di 27 anni che da due lavora con un contratto a tempo indeterminato in un punto vendita di una catena commerciale di prodotti per la casa a Tortoreto. La sera spesso canta e balla vestito da donna nei locali. Dal 9 novembre al 10 dicembre di quest’anno usufruisce di un periodo di malattia per le conseguenze di un lieve incidente stradale. Al rientro dalla malattia, il 14 dicembre, viene convocato dal responsabile dell’azienda che gli consegna un provvedimento disciplinare nel quale gli viene contestato di essersi esibito come drag queen in uno spettacolo di canto e danza in un locale di Pescara.

«In questa occasione», racconta l’avvocato, «il responsabile aziendale gli dice che avevano visto il video della esibizione su Youtube e si erano fatti un sacco di risate, gli domandano se non si vergogna di esibirsi vestito da donna, se i suoi genitori sanno di queste esibizioni, gli dicono che lo avrebbero ridicolizzato di fronte a tutti, denunciandolo penalmente e all’Inail perchè era andato in discoteca pur essendo in malattia. Il lavoratore, terrorizzato ed intimorito, viene indotto a firmare una lettera di dimissioni».

Il giovane torna a casa, ma è molto provato da quello che è successo. Va pronto soccorso dell’ospedale dove gli viene diagnosticato un forte stato di ansia con dieci giorni di malattia. «Il giorno dopo», continua il legale, «comunica all’azienda l’annullamento delle sue dimissioni poichè rese in uno stato di grave turbamento psichico e annuncia che al termine dei dieci giorni di malattia tornerà a lavorare. Quando rientra, però, gli viene detto di tornarsene a casa». Qualche giorno dopo, infatti, per il giovane arriva la lettera di licenziamento.

IL LICENZIAMENTO. «La motivazione del licenziamemto è veramente incredibile», commenta ancora Frattarelli, «e a sfondo palesemente discriminatorio. Gli viene contestato anche di aver leso l’immagine dell’azienda che, si legge nella lettera, deve «dare di sè un’immagine di efficienza, funzionalità corretta organizzazione e disciplina a coloro che usufruiscono dei suoi servizi». Per il legale i motivi del benservito sono altri. «Il licenziamento», dice, «va ricondotto proprio all’oriuentamento sessuale del lavoratore a alla contestazione della esibizione come drag queen. Il giovane lavorava da oltre due anni nell’azienda senza nessun problema e solo quando l’azienda ha saputo dell’esibizione ha fatto una contestazione disciplinare assurda.

L’azienda si giustifica dicendo che il lavoratore, stando in malattia, non poteva esibirsi in discoteca. Ma si tratta solo di un pretesto per poter licenziare poichè una semplice e brevissima esibizione canora in una serata, al di fuori dell’orario di reperibilità, non può certo essere motivo di licenziamento e fa capire bene quello che è stato il reale motivo».