Liste d'attesa: un milione di euro ai medici

Chiodi assicura fondi a Varrassi per pagare chi smaltisce esami in ospedale dopo l'orario di lavoro

TERAMO. Un milione per pagare prestazioni ai medici fuori dall'orario di lavoro e smaltire le liste d'attesa record in ospedale. Giustino Varrassi svela il suo piano e risponde ai sindacati che l'accusano alla vigilia della conferma del suo contratto Asl da 130 mila euro (premio incluso). Il piano anti-liste d'attesa è come un rigore assegnato al 90º dell'ultima partita della stagione. Ha già l'ok del governatore Gianni Chiodi. E Varrassi lo svela in un'intervista al Centro. Si basa su un finanziamento d'oro (900mila-un milione di euro) e su tre parole chiave: «pagamento a prestazione». Di chi? Dei medici che lavorano nei quattro ospedali teramani. La Asl pensa di contenere così le liste d'attesa, abbassare i costi (84milioni) per la fuga dei pazienti e scoraggiare i doppi lavori irregolari in ospedale. E' come prendere non due ma tre piccioni con una fava. Tra due lunedì, Chiodi firmerà il rinnovo del contratto di Varrassi che ha un tiro dal dischetto da cui può dipendere l'intero campionato.

Dottor Varrassi chi le dà la certezza del milione di euro per pagare medici che vogliono lavorare fuori orario per smaltire le liste d'attesa?
«Esistono fondi per progetti finalizzati di cui abbiamo già beneficiato. Le faccio un esempio: lo scorso anno li abbiamo investiti per acquistare da una struttura privata teramana (Radiosanit di Luca Verdecchia, ndr) 350 prestazioni di risonanza articolare. Mi ascolti bene: questo è l'unico accordo fatto con un privato che ci ha fatto risparmiare molto. Ora voglio investire i fondi di produzione sui medici dell'ospedale ma li pagherò a prestazioni eseguite e non a ore di lavoro. Capisce la differenza?».

Certamente, è un modo per fare il maggior numero di visite nel minor tempo possibile. Sì, ma chi le dà la certezza dei finanziamenti?
«Le posso dire che c'è stata una riunione molto costruttiva con il presidente (Chiodi, ndr). Da parte sua c'è l'impegno verso la Asl di Teramo».

Ma è sicuro che le basterà un milione per frenare liste d'attesa che superano i 400 giorni?
«Non basterà, ma le spiego cos'altro voglio fare. Parto da un numero: il 90 per cento delle liste riguarda problematiche diagnostiche. Quindi, organizzerò corsi ad hoc per medici di base per contenere le richieste di esami in ospedale. Ma occorre anche un monitoraggio».

Intende dire controllare a posteriori i medici per scoprire chi vi manda inutilmente pazienti?
«Esattamente. Conteremo prescrizioni ed esito delle prestazioni. E scopriremo i medici che esagerano».

Ultima domanda: lei è finito sotto il fuoco incrociato dei sindacati. L'accusano di scaricare sui medici con doppi lavori la colpa delle liste d'attesa e di bandire troppi concorsi per primari. Come risponde?
«Con due battute: nel primo caso sono polemiche inutili. Nel secondo attacchi strumentali e interessati».

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