Maltratta moglie e figli per sette anni, giovane padre orco a giudizio a Teramo

Il giovane marito e padre è accusato di aver reso un inferno la vita quotidiana dei familiari con ripetute violenze sia fisiche che psicologiche

TERAMO. Le poche righe del capo d’imputazione raccontano di un autentico inferno domestico scatenato da un marito-padre padrone. Un inferno durato almeno sette anni, fatto secondo l’accusa di tante vessazioni grandi e piccole, che presto diventerà oggetto di un processo penale. Un 42enne di Corropoli, del quale omettiamo le generalità per tutelare i figli minorenni coinvolti nella vicenda come vittime, è stato rinviato a giudizio ieri dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Teramo Domenico Canosa con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Su di lui l’inchiesta è scattata nel gennaio del 2013, quando la moglie lo ha denunciato alla magistratura. Il pubblico ministero Irene Scordamaglia ha coordinato le indagini ed ha chiesto il rinvio a giudizio del 42enne «per avere maltrattato la consorte, ponendo in essere abitualmente nei confronti della stessa, anche alla presenza dei due figli minori – a partire certamente dall’anno 2005 – vessazioni di ordine fisico, morale e psicologico, consistite in particolare nel rivolgerle insulti tipo “troia, puttana”, nel percuoterla con schiaffi, calci, pugni e spintoni, nonché nello stringerle le mani intorno al collo, ogni qual volta – come sovente accadeva – egli era in preda all’ira, determinata dalla gelosia ovvero dal rifiuto, oppostogli dalla consorte, di assecondare richieste di rapporti sessuali contro natura; e per avere altresì maltrattato i figli minori, infliggendo loro sofferenze fisiche e morali, percuotendoli con calci e schiaffi per futili ragioni o comunque costringendoli ad assistere alle violenze perpetrate nei confronti della madre».

Da queste accuse l’uomo, difeso dall’avvocato Roberto Di Mizio, dovrà difendersi davanti al tribunale.(d.v.)

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