Mamme e sindaco, scontro in consiglio sui buoni pasto VIDEO FOTO

Le mamme del comitato "Io sto coi passeggini" protestano durante il consiglio comunale per i rincari dei servizi scolastici, in particolare di buoni pasto, mense e scuolabus. Prima il sit-in piazza con cartelli e passeggini vuoti

TERAMO. Da piazza Orsini alla sala consiliare del Comune ci sono quattro rampe di scale. Le mamme del comitato "Io sto coi passeggini" le hanno salite ieri pomeriggio per far sentire la loro voce in aula. La protesta per i servizi scolastici, in particolare i rincari dei buoni pasto delle mense e del trasporto alunni, ha occupato la prima parte del consiglio dedicato alle interrogazioni. Le motivazioni della protesta, portata in aula dalla piazza sottostante dov'erano parcheggiati i passeggini, e le richieste indirizzate all'amministrazione sono state sintetizzate in un documento letto al microfono da una delle mamme.

Il testo esprime il disagio causato non solo dall'aumento di 80 centesimi del prezzo del buono pasto ma anche dalle modalità con cui il Comune l'ha introdotto. «Siamo stati informati con un sms nel pomeriggio successivo all'attivazione del servizio nelle scuole», scandisce la mamma che fa da portavoce, «non vi siete preoccupati neppure d'informarci per tempo». Il comitato accenna che in altri comuni capoluogo i costi delle mense sono inferiori ed elenca una serie di richieste, relative anche al trasporto, che secondo i genitori degli alunni renderebbero più equi gli esborsi richiesti. Tra queste spiccano l'aumento delle fasce di reddito Isee in base alle quali vengono calcolate le tariffe a carico delle famiglie, l'introduzione di esenzioni e sconti per fasce sociali più deboli, la creazione di "comitati mensa" che verifichino la qualità dei pasti serviti ai bambini e garanzie sulla sicurezza degli scuolabus. Le mamme, che indossano magliette bianche con la scritta "I bambini non si toccano", sono pronte ad attaccare anche a livello giudiziario la delibera sul rincaro dei buoni pasto. «Se il provvedimento non sarà rivisto», minacciano, «presenteremo un ricorso al Tar per chiederne l'annullamento».

A rispondere alle sollecitazioni del comitato è il sindaco Maurizio Brucchi, che esordisce con una provocazione. «Questo documento», osserva, «assomiglia a un programma elettorale». Il primo cittadino fa notare la presenza tra le mamme di Graziella Cordone, che nelle ultime elezioni è stata una dei suoi avversari, ma subito dopo cambia tono. «Il disagio che manifestate è comprensibile», ammette, «abbiamo sbagliato i tempi e la comunicazione della scelta di aumentare il costo dei buoni pasto». Brucchi rivendica all'amministrazione il merito di correggere gli errori e annuncia l'inserimento di una fascia di reddito Isee intermedia, fissata a 17.600 euro, per la quale il rincaro sarà limitato a 30 centesimi. La modifica, ricorda il sindaco, si aggiunge alla decisione di lasciare invariata la quota di 3,60 euro a buono per le famiglie che hanno una situazione reddituale che non supera i 10.600 euro e al costo di circa 100mila euro sostenuto dal Comune per gli utenti esentati dal pagamento. «Le garanzie per le fasce più deboli ci sono già», spiega Brucchi, «e la qualità delle mense non può essere messa in dubbio». Per consentire comunque ulteriori verifiche, il sindaco fa sapere che sta valutando con la Asl, coinvolta nella definizione dei parametri del servizio, la creazione di una commissione composta da consiglieri e genitori a cui dare accesso alle cucine nelle scuole. «Di tutte le sollecitazioni riportate nel documento», conclude il sindaco, «potremo parlare con la convocazione di un tavolo di confronto che esamini le singole questioni». L'apertura è accolta con soddisfazione dal comitato, che comunque ritiene insufficiente l'aggiunta di una sola fascia di reddito intermedia per i buoni pasto.

La protesta delle mamme alimenta le critiche da parte dell'opposizione. Per Gianluca Pomante l'amministrazione «deve smetterla di navigare a vista» e programmare meglio gli interventi per quanto riguarda soprattutto il trasporto. I ritardi e le carenze nella comunicazione dell'aumento dei buoni pasto, invece, secondo Gianguido D'Alberto (Pd) indicano che «il Comune non ha messo le famiglie nelle condizioni di scegliere liberamente se usufruire del servizio».

Gennaro Della Monica

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