Mare inquinato, il mese nero del turismo

Per i bagni vietati sotto accusa fogne vetuste e scarichi abusivi nei fiumi. Il Ruzzo chiede 55 milioni per i depuratori

ALBA ADRIATICA. In un mese tre ordinanze di divieto di balneazione. Troppe nella provincia più turistica d’Abruzzo. Troppe in un momento di crisi in cui la perdita di un solo turista si sente, eccome.Ci si chiede come sia potuto accadere che i liquami siano arrivati in mare in concentrazione tale da superare i limiti di legge per due volte a Roseto (ordinanze del 12 luglio e del 2 agosto) e una ad Alba (ordinanza del 10 agosto) e soprattutto come evitare che questo accada.

L’assessore all’ambiente. Le due situazioni sono diverse, fa rilevare l’assessore provinciale all’ambiente Francesco Marconi. «Ad Alba non si sa che cosa sia accaduto, anche perchè le analisi dell’Arta del 10 luglio sono molto buone. Non solo: i risultati delle analisi dell’acqua del depuratore sono entro la norma. Un’ipotesi è uno scarico abusivo di liquami da un’autobotte. Siamo in attesa dei risultati dei 2 prelievi straordinari già fatti, li avremo lunedì», osserva l’assessore. A Roseto, in entrambi i casi, il problema ha riguardato le fognature, da cui c’è stato uno sversamento. «In effetti c’è un problema strutturale di fondo», spiega Marconi, «in tutti i centri della costa c’è stato un boom urbanistico ma non si sono costruite le opere sotterranee: non hanno visibilità ma sono strategiche, e oggi ne paghiamo le conseguenze. Le fognature quasi dappertutto non sono idonee al numero di abitanti che si raggiunge d’estate, molte risalgono agli Anni 70. C’è da fare investimenti in questo ambito e i fondi Fas prevedono questo tipo di intervento: ci sono 40 milioni per ambiente e territorio. In più si aggiunge il fatto che alcune attività e anche condomini si allacciano abusivamente alla rete delle acque bianche».

Il Ruzzo. «I controlli al depuratore di Alba sono stati fatti, lì è tutto a posto», esordisce Vittorio Scuteri, il presidente dell’acquedotto del Ruzzo, che gestisce i depuratori e la rete fognante. I controlli sulle acque dei depuratori sono svolti, oltre che dal Ruzzo e dall’Arta, anche da un laboratorio esterno accreditato, l’Astra, incaricato dal Ruzzo: negli ultimi 15 giorni tre controlli hanno dato risultati sempre buoni, precisano i tecnici dell’acquedotto. «E’ la cosa più semplice incolpare il depuratore, ma non è così», aggiunge Scuteri, «In effetti i sindaci purtroppo non vogliono spendere per opere che non portano consenso, ad esempio bisogna bonificare la parte finale dei fiumi, che ormai sono delle paludi». E non a caso i dati di Goletta Verde hanno rilevato inquinamento alle foci dei cinque i fiumi teramani. I tecnici del Ruzzo fanno notare che alla foce del Vibrata «l’acqua ristagna e con le temperature alte i batteri proliferano».

I tecnici osservano che i depuratori sono oggetto di severi controlli. Ma che sono strutture realizzate negli Anni ’70 e poi rimodernate, per cui andrebbero rifatti. C’è già un progetto preliminare per la Vibrata trasmesso all’Ato e da questo alla Regione, per un importo di 55 milioni. I vecchi sarebbero chiusi e sorgerebbero tre nuovi impianti, più grandi e quindi più efficienti, per tutta la vallata, ad Alba, Corropoli e Sant’Egidio. Discorso diverso per le fognature: in questi anni i Comuni si sono concentrati a estendere le reti, ma non adn adeguare quelle esistenti. Andrebbero fatti investimenti - che sarebbero più facili se il Ruzzo ricevesse gli oneri di urbanizzazione della Bucalossi dai Comuni, come previsto - per rinnovare le reti ed evitare che quanto accaduto quest’anno possa ripetersi ed estendersi anche ad altre località.

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