Martinsicuro, bruciata l'auto del gip teramano Tommolini

Bruciata anche l'auto di un carabinierie. I due roghi scoppiati a breve distanza l'uno dall'altro. Certa l'origine dolosa. Si tratterebbe di un chiaro avvertimento criminale da parte di ignoti

MARTINSICURO. A fuoco l’auto del giudice per le indagini preliminari di Teramo, Marina Tommolini e di un investigatore del comando provinciale dei carabinieri, Spartaco De Cicco. I due roghi di origine dolosa sono scoppiati, a breve distanza l’uno dall’altro, poco dopo le 5. Il primo incendio è avvenuto in via Brescia a Martinsicuro (Teramo), il secondo in via Colombo.

Le auto date alle fiamme sono rispettivamente un'Audi A3 ed un’Audi A4. Per appiccare l’incendio sarebbe stato utilizzato liquido infiammabile. Sul posto vigili del fuoco partiti da Teramo, Roseto e Nereto sono ancora al lavoro. Si tratterebbe di un chiaro avvertimento criminale da parte di ignoti, probabilmente legato all’attività giudiziaria ed investigativa delle due personalità. Sul posto sono presenti i carabinieri della compagnia di Alba Adriatica.

La giunta distrettuale dell'Associazion nazionale magistrati esprime solidarietà  nei confronti della collega Marina Tommolini "per il grave atto di intimidazione posto in essere nei suoi confronti. Si tratta di una vicenda allarmante e preoccupante, mai prima d'ora verificatasi, in una regione notoriamente al riparo da simili episodi di minacce". In una nota il Presidente dell'Amn Abruzzo Giampiero Di Florio sottolinea che "la magistratura associata del distretto, nel ribadire la forte vicinanza alla collega Tommolini, auspica che le forze dell'ordine sappiano dare immediate risposte per restituire serenità alla collega ed assicurare gli autori di tale grave gesto alla giustizia".

Anche il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, ha espresso la sua soldiarietà al gip Marina Tommolini e al maresciallo dei carabinieri Spartaco Di Cicco. "Condanno l'accaduto con ogni fermezza", ha detto il sindaco, "e manifesto la mia vicinanza e sostegno alle due vittime del gravissimo episodio. La solidarietà istituzionale e civile, in episodi come questo, deve essere totale e deve esprimere la compattezza della società, nelle sue più diverse articolazioni, offrendo una risposta unitaria, ferma e inequivocabile".

Vicinanza a Tommolini e Di Cicco è stata espressa anche dal presidente della Provincia di Teramo, Valter Catarra. "Nel condannare il gesto, su cui mi auguro venga fatta piena luce individuando i responsabili", afferma Catarra, "esprimo i sentimenti di vicinanza e solidarietà sia al giudice sia al maresciallo dei carabinieri dei quali sono noti l'impegno e la dedizione al lavoro, oltre che i risultati ottenuti nei rispettivi campi di attività. Certe azioni finalizzate a intimidire, senza peraltro riuscirvi, chi assolve a compiti delicati al servizio dello Stato e dei cittadini, da una parte suscitano amarezza in chi è costretto ad assistervi, dall'altra ci obbligano a rafforzare e rendere ancora più incisiva la lotta alla criminalità".
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