Mazzata Tares, chiudono otto alberghi

Allarme di Assoturismo: «Sono arrivati conti anche da 14mila euro, sommati a Imu e altre bollette ci hanno strozzato»

TERAMO. Otto alberghi rischiano di non riaprire dal 1° gennaio. Daniele Zunica, segretario regionale di Assoturismo segnala un concreto rischio-declino della provincia più turistica d’Abruzzo.

L’albergatore segnala la gragnuola di conti arrivata in questo periodo alle aziende turistiche, tanto che molte non riusciranno a rialzarsi. «La Tares è stata la mazzata finale», esordisce Zunica, «si tratta di cifre molto alte perchè purtroppo nel turismo sono necessarie strutture grandi a cui i Comuni applicano aliquote quasi al massimo. Sono arrivate bollette anche di 11mila o 14mila euro. Fra tassazione diretta e indiretta non riusciamo più ad andare avanti. Tanto che otto associati che sono aperti tutto l’anno hanno annunciato che chiudono. Altre mancate riaperture le vedremo in primavera, con gli alberghi stagionali. Sulla costa teramana non si trova chi prenda in gestione alberghi in prima fila, anche a prezzi competitivi: non li vuole nessuno».

Il presidente regionale dell’associazione di Confesercenti fa un po’ di conti per rendere chiara la situazione. «La provincia più turistica d'Abruzzo rischia il collasso», osserva, «peraltro visto che buona parte delle strutture è di proprietà, nei fatti l’albergatore paga un canone di affitto medio-alto. Alla Tares infatti va sommata l’Imu. Per dare un’idea, una piccola struttura paga in media 4-5mila euro aunnui. Nelle strutture turistiche i grandi spazi sono strumentali per lavorare, se continuano a basarsi sui metri quadrati e sulle rendite catastali è finita. In più le spese di mantenimento annue sono altissime, la manutenzione ordinaria costa. Non parliamo delle bollette, peraltro tutte arrivate a fine anno: in media un albergo spende duemila euro di energia elettrica al mese, a cui vanno sommate le altre utenze. Ricordo, ad esempio, che qualche anno fa il Ruzzo colpì le strutture turistiche con un aumento del 300% dell’acqua. D'altro canto noi dobbiamo mantenere i prezzi concorrenziali. Dunque chi resiste taglia dove può, dal 1° gennaio prevedo diversi licenziamenti nel settore».

Zunica ribadisce una proposta, da applicare nel calcolo della Tares, che alcune «amministrazioni intelligenti hanno recepito: considerare il livello di occupazione delle camere. Visto che non siamo nella costa sorrentina, qui abbiamo al massimo quattro mesi di reale attività. Alcuni Comuni l’hanno già l'hanno fatto per gli alberghi stagionali, come Alba, Martinsicuro, Tortoreto. Ma è un discorso che va fatto anche per le aree interne di tutto l’Abruzzo, dove il livello di occupazione è basso, anche minore di quattro mesi. Senza contare che parte dello smaltimento ce lo paghiamo da soli: gli olii di cottura li smaltiamo per conto nostro».

Insomma, secondo Zunica il settore che «avrebbe dovuto essere lo strumento per agganciare la ripresa viene invece massacrato. A livello nazionale il ministro Bray non lo vediamo attivo. A livello locale purtroppo non abbiamo un turismo consolidato, è debole. In più, non abbiamo la segnaletica turistica, nè una viabilità adeguata (quella provinciale è massacrata), la costruzione della strada di collegamento con Ascoli è ferma, vogliamo sapere il perchè. Non solo: a 4 mesi dall'apertura della stagione, non si parla più dei problemi d'inquinamento del Vibrata: che succederà ad Alba la prossima stagione? E La Regione vuol prendere una posizione sulle trivellazioni in mare e a terra? E' una regione verde e turistica o ci cercheranno il petrolio?».

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