Melania, sequestrati cinque orologi a Parolisi

I super periti chiedono tempo al gip, il processo slitta al 29 settembre solo allora si saprà l’ora della morte della giovane donna a Ripe di Civitella

TERAMO. Salta l’udienza prevista per il 13 luglio, il processo a Salvatore Parolisi ricomincerà dopo l’estate: per la precisione il 29 settembre. Da quel momento si terrà udienza ogni venerdì (il giudice Marina Tommolini ha già “occupato” tutti i venerdì di ottobre e novembre) fino alla sentenza.

Lo slittamento dei tempi del giudizio abbreviato a cui è sottoposto il caporal maggiore dell’esercito accusato di aver ucciso a coltellate la moglie Melania Rea ha una ragione molto semplice: per accertare l’ora della morte della vittima, il grande quesito intorno al quale ruota il processo, è stato ritenuto necessario, oltre a quello di un medico legale (Gianluca Bruno) e di un genetista (Sara Gino) anche l’apporto di un terzo super perito, un entomologo che esamini le larve formatesi sul cadavere di Melania nei due giorni trascorsi tra la morte e il ritrovamento. L’entomologo individuato dal gup Tommolini è StefanoVanin, noto per aver lavorato nei casi di Yara Gambirasio ed Elisa Claps, che ha giurato ieri davanti al giudice e ha chiesto 60 giorni per rimettere le proprie conclusioni. Considerata la pausa feriale dei tribunali, i due mesi diventano automaticamente tre e il termine per la riconsegna della perizia è stato fissato al 20 settembre. Alla stessa data è stato prorogato il termine per gli altri due periti, che ovviamente dovranno coordinarsi con Vanin .

L’entomologo ieri in udienza ha chiesto l’acquisizione dei dati climatologici del bosco di Ripe di Civitella, luogo del delitto, e a questa richiesta la difesa di Parolisi si è opposta, incontrando il diniego del giudice. Ne è scaturito un battibecco tra uno dei difensori, Nicodemo Gentile, e il legale della famiglia Rea, Mauro Gionni. Gentile si è lamentato per lo slittamento dei tempi, che costringerà Parolisi a restare almeno altri tre mesi in carcere, sottolineando: «Noi cerchiamo la verità dal luglio scorso». Gionni gli ha ribattuto: «E noi cerchiamo la verità dal 18 aprile, a prescindere da indagati e imputati».

Ieri in udienza sono stati acquisiti dal gup cinque orologi di Salvatore Parolisi, che saranno consegnati agli esperti del Ris dei carabinieri. Marina Tommolini ha disposto che venissero sequestrati a Parolisi per accertare se su uno di essi siano rimaste delle macchie di sangue riconducibili al delitto. Due degli orologi, in plastica, sono stati sequestrati a Parolisi nel carcere di Castrogno dove è detenuto; gli altri tre, in acciaio, sono stati prelevati nella sua abitazione. Lo stesso imputato ieri in udienza ha voluto mostrarsi collaborativo e ha messo a disposizione un sesto orologio, che si trova in casa dei suoceri a Somma Vesuviana, ma il gup non ha ritenuto di prelevarlo perchè, come hanno riferito i genitori della vittima, è sempre stato lì, anche prima del delitto di Melania. Quello degli orologi è un altro tentativo di trovare la prova regina di questo giallo, esperendo un test che durante le indagini non è stato fatto.

Ieri dovevano essere mostrati anche degli ingrandimenti di una fotografia scattata a Colle San Marco nella quale si intravede una macchina che, secondo la difesa, potrebbe essere quella di Parolisi. Il Ris, però, non è riuscito ad allargare abbastanza l’immagine. La parte civile ha chiesto di poterci provare, il giudice le ha concesso di farlo entro la prossima udienza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA