Miss Italia denuncia per plagio

La Mirigliani al Centro: «A Castelli copiano il mio concorso»

CASTELLI. Giù le mani dal concorso di Miss Italia. Quello vero, registrato con marchio doc dal 1959, è della famiglia Mirigliani. Chi lo copia finisce in tribunale, e rischia di pagare i danni. Così sta accadendo a Castelli dove, stasera, è in programma il concorso Miss Italia Salsa, con tanto di giuria presieduta dall'assessore regionale ai Trasporti, Giandonato Morra.

Ma ieri mattina l'ufficio legale di Miss Italia ha inviato un esposto ai carabinieri e al Comune di Castelli per denunciare l'uso arbitrario del marchio registrato, dopo aver diffidato, già nelle settimane scorse, gli organizzatori della sfilata in programma ieri sera e stasera.

La patron, Patrizia Mirigliani, si sfoga così al telefono. «Il problema dei cloni di Miss Italia e il sistema usato di associare il marchio ad altri concorsi si sta diffondendo a macchia d'olio. Negli ultimi tempi i tentativi di imitazione sono stati più di trenta. Qualcuno ha persino proposto Miss Italia mani e Miss Italia sorde. Ma dopo le diffide, alcuni organizzatori hanno rinunciato, mentre altri, come è nel caso della sfilata di Castelli, insistono nel loro atteggiamento. Se continuano non mi fermo: esigerò un risarcimento per danni all'immagine».

Due serate di concorso, iniziate ieri alle 21,30 in piazza Roma, a Castelli, e annunciate come finali nazionali di Miss Italia Salsa, presentate da Beppe Convertini, con l'assessore del Pdl in giuria e con tanto di collegamento con Miami Beach. Giusto per fare andare su tutte le furie la figlia del celebre Enzo Mirigliani che, 72 anni anni fa, ha ideato il concorso di bellezza più famoso al mondo.

«Oltre a proteggere lo storico marchio, voglio anche tutelare le ragazze che, credendo di partecipare a Miss Italia, in realtà vengono coinvolte in altri concorsi», prosegue Patrizia Mirigliani che ha telefonato al Centro per pubblicizzare l'esposto presentato ai carabinieri e al Comune.

«Potevano chiamarlo semplicemente Miss Salsa, ma non usare le parole Miss Italia perché, come Miss Abruzzo, Miss Lazio e via dicendo, sono registrate da noi e quindi protette come marchi. Chiunque può organizzare concorsi di bellezza», prosegue, «ma non può clonarci perché il nostro è un concorso storico che, in tanti anni, si è arricchito di contenuti ed ha creato icone».

«Quindi nessuno può farne un uso illegale per interessi personali facendo credere che si tratti del concorso originale. Così si fanno guadagni sfruttando solo il lavoro di altri». Fin qui lo sfogo. Ma ieri sera la sfilata a Castelli c'è stata. Oggi si replica, salvo complicazioni. (l.c.)

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