Mobile, apre l’anti-Ikea con 60 negozi

A Colonnella l’outlet dell’arredamento made in Italy, ha 1.200 posti auto: punta a un milione di visitatori entro il 2013

COLONNELLA. Sotto un cielo terso e un clima polare, Mario Esposito ieri pomeriggio ha spalancato le porte della Doit Riviera Adriatica, incastonando in Val Vibrata la sua seconda gemma (il primo megastore è stato inaugurato a Vercelli). La caleidoscopica facciata esterna del grande outlet dell’arredo per la casa è un invito ad entrare nella cittadella degli acquisti made in Italy inventata dal padre del “Retail in progress” che a Colonnella completa il mosaico dello shopping.

Solo che qui non si comprano panettoni e tv color, ma arredo e oggettistica per la casa con corner dedicati all’enogastronomia vibratiana. Non esistono gallerie come nei maggiori centri commerciali. Guardando all’insù si vede la luna: l’architettura aperta scopre il cielo mentre si percorre il dedalo di vie su cui affacciano le vetrine dei marchi più famosi d’Italia.

L’inaugurazione. Il nastro è stato sorretto da più mani ma al sindaco di Colonnella, Leandro Pollastrelli, è toccata la sforbiciata, suggellata da un fragoroso applauso a cui è seguita la benedizione del parroco di Colonnella. Erano presenti tante autorità: i sindaci di Torano Nuovo, Sant’Omero, Ancarano, Martinsicuro, per la Regione l’assessore al lavoro Paolo Gatti ed i consiglieri Emiliano Di Matteo e Giusppe Di Luca, per la Provincia il vicepresidente Renato Rasicci ed i carabinieri. Alle 18.30 l’apertura dei cancelli al pubblico che si è riversato nella sala buffet riccamente imbandita.

L’anti Ikea. Mario Esposito ormai ha fatto l’abitudine a sentirsi l’uomo ”anti Ikea”. Gli viene da sorridere. Non se la prende. Lui, che la Svezia l’ha visitata, ci tiene a dire che fa un altro mestiere e che propone qualcosa di diverso. Di così diverso che la Do.It vende arredamenti e crea arredamento. Dall’idea del mobile al mobile. Costata 35milioni di euro, Doit Riviera Adriatica si compone di 60 locali commerciali in cui saranno ospitati 80 marchi dell’arredo e complementi italiani, 1.200 posti auto, una sala convegni, aree giochi e ristorazione.

Oggi lavora al 70% del suo potenziale, ma Esposito conta di arrivare al 100 % in pochi mesi e di registrare un milione di visitatori il primo anno. A regime, una volta aperti tutti i negozi il fatturato complessivo si aggirerà attorno ai 30 milioni di euro con un utile netto per Doit di 2,5milioni.

Il fallimento sfiorato.C’è un uomo, Giovanni La Croce, che ha strappato alla morte la mega struttura. Ancaranese di origine (proprio ieri l’amministrazione comunale di Ancarano gli ha conferito la cittadinanza onoraria), La Croce, a dispetto del cognome, ha fatto il “miracolo” riconquistando la fiducia delle banche (la Unicredit in particolare) e delle aziende che nel frattempo avevano firmato il compromesso per quell’iniziativa imprenditoriale che stava già finendo in macerie.

«Il gruppo Di Mario (che inizialmente avviò la costruzione dell’outlet) aveva maturato un buco di un miliardo», racconta La Croce, «nel frattempo Bankitalia aveva commissariato il Credito Industriale Sammarinese e fui incaricato di recuperare il recuperabile da questa operazione immobiliare. Nel frattempo i decreti ingiuntivi si moltiplicavano. Da advisor mi accorsi che il valore c’era, che l’operazione si poteva fare. Che nulla era ancora perso. Mi è bastato vedere due “numeri” e sapere che si trattava di tentare il salvataggio in Val Vibrata. Ho riconquistato la fiducia persa degli investitori ed eccoci qui, oggi, a inaugurare la Doit». Nel Design Outlet Italiano di Colonnella c’è anche molta filosofia. Ha trovato spazio la cultura. «La cultura nella bottiglia di vino», dice il presidente del consorzio Prosa, Tito Rubini, «qui abbiamo l’angolo delle eccellenze della Val Vibrata».

Alex De Palo

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