Mosciano, fallisce il tentativo di riaprire la Gis: 25 in mobilità

Sfuma la possibilità della cassa integrazione straordinaria perché nessuno vuole affittare la storica azienda di gelati

MOSCIANO. Le ultime possibilità di riavviare un’attività industriale nei capannoni della fallita Gis gelati di Mosciano sembrano sfumare; e con esse sfuma, per i 25 dipendenti della ditta che fu il fiore all’occhiello del commendator Pietro Scibilia, la possibilità di ottenere la cassa integrazione straordinaria dopo che quella ordinaria è scaduta lo scorso 10 agosto. I lavoratori della Gis vanno verso la mobilità, l’anticamera della perdita definitiva del posto di lavoro.

Giorni fa, in un incontro tra le parti interessate tenuto in Provincia, la possibilità della Cigs è sfumata perché non c’erano prospettive di riapertura dello stabilimento. «Il verbale», riferisce il curatore fallimentare della Gis Nicola Rossi, «è stato chiuso con l’intento di mettere in mobilità i dipendenti, salvo iniziative a stretto termine che apportassero novità». E Rossi ha provato a sbloccare la situazione, incontrando due giorni fa, in via informale, un industriale del settore alimentare attivo in Abruzzo e potenzialmente interessato all’affitto dello stabilimento. Rossi, che non può fare il nome dell’interlocutore, ha dovuto però prendere atto che, così riferisce, «l’imprenditore in questione non può richiedere nel breve periodo l’affitto dei capannoni Gis».

Conseguenza inevitabile, Rossi ha depositato ieri in tribunale la richiesta di autorizzazione al giudice delegato per la messa in mobilità. Salvo miracoli, con la Gis se ne vanno dunque 25 posti di lavoro a tempo indeterminato; ma in realtà i posti persi sono molti di più perché l’azienda di gelati che fu di Scibilia, se ripartisse a pieno regime, con gli operai stagionali arriverebbe ad impiegare 150 persone. «E’ un peccato», commenta Rossi, «ma riaprire un’azienda ferma ormai da due anni (la produzione è cessata nel settembre 2011, ndr) è un’impresa disperata con i tempi che corrono».

L’ultimo atto della gloriosa Gis, il cui marchio resta legato a grandi imprese sportive in particolare nel ciclismo, rischia dunque di essere la gigantesca operazione di smaltimento di gelati scaduti realizzata nei primi giorni di agosto, quando – sotto la supervisione di Nicola Rossi – i magazzini dell’azienda sono stati svuotati di 240 tonnellate di prodotti non più commercializzabili, poi smaltiti in una discarica a Perugia.(d.v.)

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