Moto contro bus, muore agente-atleta

Ucciso in uno scontro giovedì sera Sirio Silvino, figlio dell’olimpionico Anselmo: aveva 38 anni. Lunedì l’autopsia

TERAMO. Non è riuscito a evitare l’autobus. Il suo scooter è andato a schiantarsi contro il pullman di linea e lui è stato sbalzato qualche metro più in là. La fredda cronaca dell’incidente in cui a Roma ha trovato la morte Sirio Silvino non rende giustizia al dolore che la sua perdita ha suscitato alla città intera.

Il 38enne era un agente in servizio all'autoparco della polizia di Stato a Roma, ma pur lavorando nella Capitale non aveva rescisso il legame con la sua Teramo. Sirio Silvino ogni venerdì tornava a casa, dai genitori, dal fratello, dalla fidanzata, dai tanti, tantissimi amici.

Non poteva essere altrimenti: la sua famiglia è parte integrante di Teramo, ha contribuito a creare l’immagine della città nel mondo, a cominciare dal padre Anselmo, bronzo olimpico nel sollevamento pesi a Monaco nel 1972. Una passione portata vanti dai figli: dal primogenito Giulio, assistente capo della squadra mobile di Teramo e istruttore di pesistica a Sirio, terzo classificato ai campionati europei Under 16 e campione italiano juniores, oltre che più volte premiato con il gruppo sportivo Fiamme Oro della polizia.

Ma è stata l’altra sua passione, quella per le moto, a portarlo all’appuntamento fatale con la morte. Silvino è uscito dall’autoparco della polizia un po’ più tardi, rispetto al solito, giovedì sera. E’ salito sul suo scooter e per percorrere i 15 chilometri che lo separavano dalla caserma in cui alloggiava durante la settimana, sempre a Roma. Giovedì sera a Roma pioveva, e le strade erano allagate. Probabilmente questo ha impedito al giovane di evitare il pullman, ad un incrocio. L’impatto è stato inevitabile e devastante. Silvino è stato catapultato qualche metro più in là. Nonostante portasse il casco, le sue condizioni sono apparse subito molto gravi. I medici del 118 arrivati sul posto hanno provato a rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare: è morto in pochi minuti.

Sull’incidente è stata aperta un’inchiesta: il magistrato oggi affiderà l’incarico all’anatomopatologo che eseguirà l’autopsia, probabilmente lunedì. I funerali, forse, si svolgeranno martedì nella chiesa di Piano della Lenta, dove vivono i genitori, Dora e Anselmo. Il fratello Giulio - il primo a sapere della tragedia: ha ricevuto la telefonata dalla questura di Roma che cercava un parente del poliziotto deceduto - oggi probabilmente andrà a Roma. Ieri è stato vicino ai genitori, annientali dal dolore, così come la fidanzata Bianca Canaletti, anche lei campionessa di pesistica e di atletica, figlia di Italo, delegato provinciale del Coni. E poi il dolore degli amici, alcuni già ieri sono andati a Roma ma è stato impedito loro di dare l’ultimo abbraccio a Sirio Silvino. Sulla bacheca Facebook del giovane tanti messaggi straziati. «Vivrò come se tu ci fossi ancora perchè so che tu ci sarai per sempre con me», o anche «hai lasciato un vuoto lacerante dietro di te. Ci mancherà la tua gioia di vivere, il tuo sapere stare tra la gente e soprattutto la tua bontà». E c’è chi, come Dasio Marsilii gli ha voluto regalare una poesia, di cui riportiamo qualche verso: «Nella notte con l’ebbrezza del vento che ti oscurava ti sei imbattuto nel tuo destino con orgoglio, seguendo la tua stella che imbevuta di vita ha preso la traiettoria dell’universo, inseguendo le vie dell’eterno».

©RIPRODUZIONE RISERVATA