Nell’Ostetricia di Sant’Omero si può nascere anche in piscina
La sanità che va: Il bilancio di un anno del nuovo primario Patacchiola: aumentati ricoveri e nascite E ora iniziano i lavori, da un milione, per le nuove sale parto con le vasche per il travaglio in acqua
SANT’OMERO. In 10 mesi è diventato un reparto all’avanguardia. Non solo: la divisione di ostricia e ginecologiadi Sant’Omero si appresta ad avviare nuove attività. E dopo il parto indolore arriverà il parto in acqua. “Motore” del cambiamento è Felice Patacchiola, professore aggregato all’Università dell’Aquila e direttore della divisione in questione, arrivato a Sant’Omero il 20 luglio 2011, anche se il reparto è stato riaperto 5 settembre.
I dati. Da allora il numero dei ricoveri è aumentato del 18% (1.177 dal 5 settembre 2011 al 30 giugno 2012), quello dei parti del 24% (373). I cesarei sono stati 140, il 30,2% del totale, meno della metà rispetto al passato, quando la percentuale era del 65,4%. Un drastico - e benefico - calo di cesarei per cui il reparto è sotto la media nazionale. Risultati, osserva Patacchiola possibili «grazie al fatto che ho trovato personale altamente qualificato, sia del comparto, che medico. Si trattava di completare l’organico, e la Asl ci ha dato una grossa mano, con due nuovi medici. E in qualche maniera di dare un’organizzazione nuova».
Il parto senza dolore. Dal 3 novembre si pratica la partoanalgesia. E’ l’unico reparto che la pratica sulle 24 ore in tutto l’Abruzzo (ad Avezzano si fa solo su 12 ore) e nelle Marche si pratica solo ad Ancona. «E’ stata determinante la collaborazione dei tre anestesisti che con spirito di abnegazione hanno dato il via al servizio (Pietro Dursi, Ferdinando Martini, Luciano Cicerani). Molte donne vengono da fuori», osserva il primario, «è un progetto pilota, che consente controllo del dolore durante il travaglio, applicabile a tutte le donne in travaglio spontaneo. Basta fare colloquio preliminare con l’anestesia alla 36esima settimana di gestazione. In realtà non è un’anestesia: consiste nell’iniettare analgesico nello spazio epidurale, che attenua il dolore ma fa sì che la donna comunque partecipi al parto. Non dà complicazioni nè alla madre nè al bambino». Oltre al centro di diagnosi prenatale (che fa le amniocentesi) è attivo anche il servizio di interruzione di gravidanza: il reparto è stato il primo a somministrare, da tre mesi, la Ru486, pillola abortiva. Ovviamente l’attività non riguarda solo l’ostetricia: sono stati effettuati 687 interventi, di cui 234 di chirurgia maggiore, di questi 155 in endoscopia (per la prima volta a Sant’Omero).
Le strutture. «Tutto ciò è stato possibile con la collaborazione del direttore generale, che ha consentito il rinnovo delle attrezzature (come il colposcopio) anche per l’isteroscopia (si eseguono interventi come le polipectomie a livello ambulatoriale) e la laparoscopia. Il massimo lo avremo quando partiranno i lavori per il nuovo blocco parto. Ora si è insediata la commissione di cui sono presidente: abbiamo aperto le buste, prevediamo l’affidamento entro fine estate. Lavori importanti per realizzare due sale travaglio parto attrezzate con i più moderni letti da parto e completi di vasca per parto in acqua e soprattutto con sala operatoria dedicata per eventuali cesarei d’urgenza e adiacente a sale parto». L’importo è circa un milione di euro, perciò è stato necessario un bando europeo che ha ritardato al procedura».
Il reparto si “sposterà” sul territorio: aprirà una struttura a Villa Rosa, dove c’erano ambulatori inutilizzati. «Gli operatori dell’ospedale andranno sul territorio, soprattutto per il percorso nascita e gli screening ginecologici, contiamo di avviare un ambulatorio a fine estate per almeno tre giorni a settimana. Buona parte delle attività è possibile grazie alla collaborazione con la clinica ostetrico-ginecologica dell’università dell’Aquila diretta da Gaspare Carta: gli specializzandi che collaborano in reparto nell’ambito del percorso di formazione e arriveranno allieve ostetriche da settembre».
©RIPRODUZIONE RISERVATA