«Non dimentichiamo i teramani rimasti in Venezuela»

L'appello di una donna italo-venezuelana da poco rientrata da Valencia: «Ho portato medicine perchè lì non hanno più niente. E il cibo scarseggia»

TERAMO. Il pensiero della sua gente l’accompagna ogni attimo. «Perchè in Venezuela vivono tanti nostri connazionali ma è come se non ci ricordassimo sempre di loro che si trovano in una situazione veramente difficile» dice Sabrina D’Ascanio, italo venezuelana, 47 anni, di cui più di dieci trascorsi in Venezuela. Ora vive a Bellante con la sua famiglia, ma dall’altra parte del mondo, in un Paese ormai ridotto alla fame e precipitato nel caos di scontri e manifestazioni, ha lasciato la sorella, altri parenti e tantissimi amici. Tra Caracas e Valencia, la capitale dello stato di Carabobo, dove ogni giorno ci sono manifestazioni e scontri contro il governo del presidente Nicolas Maduro .«A fine gennaio sono stata a Valencia a trovare i miei familiari», racconta la donna, «ho portato medicine di tutti i generi perchè i farmaci scarseggiano. Ma anche il cibo non c’è. Gli scaffali dei supermercato ormai sono vuoti, non c’è il pane e quando un forno riesce a trovare la farina per farlo si formano file chilometriche davanti al negozio. Quando a gennaio sono andata il pane non c’è stato per dieci giorni. In strada ci sono scontri e manifestazioni continue. L’inflazione è alle stelle e quel poco che la gente guadagna è sufficiente solo per comprare da mangiare». L’economia del Paese è in una situazione disastrosa e il Fondo monetario ha stimato che il tasso di disoccupazione supera il 30 per cento. Dall’inizio delle proteste il Forum penale venezuelano, un’associazione non governativa di avvocati che si occupa di tutelare i diritti umani, ha fatto sapere che quasi mille persone sono state fermate dalla polizia. Manifestazioni e scontri sono all’ordine del giorno e non mancano i saccheggi di generi alimentari dai pochi negozi ancora aperti. «La situazione è veramente drammatica», continua D’Ascanio, «ma è come se tutta quella realtà non riuscisse a toccarci. Vorrei dire che in Venezuela vivono tantissimi italiani, tantissimi abruzzesi e teramani i cui familiari in passato sono emigrati in cerca di fortuna. Ma oggi in quel Paese c’è una crisi senza precedenti, ci sono tafferugli e scontri tutti i giorni, la gente non ha più cibo nè medicinali. Per questo è importante che tutti, a cominciare dalle istituzioni fino a noi cittadini, si mobilitino per cercare di aiutare i tanti nostri connazionali che n on hanno più pane, che sopravvivono in una realtà che ormai è solo quella di scontri e disordini». (d.p.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA