Nuovi assunti, precari tre su quattro

La Cisl: "Le imprese abusano dei contratti flessibili per risparmiare"

TERAMO. Precariato selvaggio. Il mercato del lavoro in provincia di Teramo è ormai costituito quasi esclusivamente, per il 75%, da contratti a tempo. La Cisl, dati alla mano, denuncia l'abuso di strumenti come "cococo", tirocini formativi, apprendistato e interinale.

Il segretario provinciale della Cisl, Antonio Scuteri, rileva che è una priorità «governare il mercato del lavoro in provincia, ormai sempre più precario e flessibile, al fine di rendere il lavoro regolare, sicuro, professionale e stabile». Ai quattro centri per l'impiego a fine novembre erano iscritti ben 49.091 disoccupati. E nel periodo gennaio-novembre 2010 sono avvenute 50.717 assunzioni e, sempre nello stesso periodo, 46.772 licenziamenti. E' questa una delle prove del notevole ricorso dei contratti a tempo: spesso un lavoratore viene assunto e licenziato più volte nell'arco dell'anno.

Non a caso Scuteri sottolinea che «ben il 75% delle assunzioni (37.173) riguarda contratti a tempo determinato, "cococo", tirocini formativi, apprendistato e interinale. E' chiaro, per chi conosce le attuali modalità e agevolazioni sulle assunzioni, che queste vengono, in gran parte, irregolarmente utilizzate dagli imprenditori e, tra l'altro, non per qualificare le proprie aziende, investire in capitale umano attraverso l'aggiornamento professionale. I contratti a tempo determinato servono solo per avere gli sgravi contributivi e fiscali, al fine di abbattere il costo del lavoro; una generale precarietà e mano libera sui lavoratori (che addirittura spesso si dequalificano perché costretti a prestare lavoro di manovalanza), alimentando, nel contempo, concorrenza sleale, mancato rispetto dei contratti di lavoro e lavoro nero».

Una denuncia forte, quella di Scuteri, che lancia un appello a operare «per ripristinare le regole, coinvolgendo anche sindacati e imprenditori nel governo del mercato del lavoro (oggi troppo nero, precario e flessibile) attraverso l'utilizzo virtuoso degli ammortizzatori, della formazione e del collocamento». La Cisl parla poi dell'uso di «ammortizzatori sociali tali da garantire, anche nei periodi di non lavoro, il salario pieno» e anche «un contestuale percorso di formazione continua, mirata all'occupazione, attraverso l'aggiornamento professionale o la creazione di nuove professionalità». Importante anche «un più efficace incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso una rete di collocamento pubblico e privato con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali tramite gli enti bilaterali».

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