Omicidio Mazza, una testimone svela il movente

Processo a Teramo, la donna racconta: "Bisceglia sfruttava la prostituzione della vittima"

TERAMO. Riprende il processo per l'omicidio di Adele Mazza, la tossicodipendente teramana strangolata e fatta a pezzi a 49 anni nell'aprile del 2010, e finalmente una testimonianza chiara e decisa fa luce sul movente.

L'illuminazione - tra tante deposizioni inutili o reticenti - arriva quando davanti alla Corte d'assise si presenta Paola C., una donna che ha conosciuto Adele negli ultimi mesi di vita alla mensa della Caritas ed è molto amica di Roberto M., l'uomo che aveva abitualmente rapporti sessuali a pagamento con la vittima. Ebbene, la teste dice chiaro e tondo che quei rapporti Roberto M. doveva pagarli all'imputato Romano Bisceglia, 55 anni. Il quale, aggiunge la donna a domanda del pm Roberta D'Avolio, le risultava sfruttasse la prostituzione di Adele e, per farsi pagare da Roberto M., lo minacciasse di non fargli più vedere la sua "protetta". Paola C. racconta anche di aver appreso che Bisceglia picchiava Adele. Inoltre riferisce che l'amico Roberto le disse, un mese dopo il delitto: Adele era molto contenta di andare a passare la Pasqua a casa di Bisceglia. La 49enne, secondo l'accusa, venne strangolata dopo le 10.30 di quella domenica proprio in casa dell'imputato. Il suo corpo tagliato a pezzi sarebbe stato ritrovato in una scarpata poco lontana la sera successiva. Ma perché Bisceglia avrebbe dovuto eliminare, con Adele, la sua principale fonte di guadagno? Paola C. riferisce: il mio compagno mi disse che Adele voleva tagliare i ponti con Bisceglia per sempre.

Tutto molto chiaro, con un però. Si tratta non di conoscenze dirette della teste, ma di cose riferitele da altri. Il suo compagno, Bruno F., entra in aula dopo di lei. È vago e reticente, non conferma le dichiarazioni di Paola C. e ammette solo che Adele gli disse, poco prima di morire, di volersi disintossicare. L'ultimo teste di giornata è David M., il figlio di Adele, che però non aveva più contatti con la madre da tempo, se non per lettera. In queste lettere, tra il 2007 e il 2009, Adele scriveva al figlio di voler cambiare vita.

È chiaro che diventa fondamentale la testimonianza di Roberto M., non l'unico ma il principale cliente dell'Adele prostituta, peraltro anche parte offesa nel processo visto che dalle sue dichiarazioni agli inquirenti l'accusa ha tratto lo spunto per affibbiare a Bisceglia anche l'accusa di estorsione. Roberto M. sarà ascoltato nella prossima udienza, il 30 settembre. Sarà una tappa fondamentale del processo. (d.v.)

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