Palazzo Gavioli, condanne confermate 

La corte d’appello rigetta il ricorso del costruttore e dell’ex dirigente comunale Olivieri. Resta anche la confisca

GIULIANOVA. È con la conferma della condanna a un anno per il costruttore Dino Gavioli e a un anno e sei mesi per l’ex dirigente del settore urbanistica del Comune di Giulianova Roberto Olivieri, entrambi accusati di falso e abuso d’ufficio, che si è chiuso il processo di appello per il presunto abuso edilizio di palazzo Gavioli (per entrambi la pena resta sospesa). Confermate anche la confisca del manufatto e la condanna di Olivieri e Gavioli al risarcimento del danno alle parti civili da liquidarsi in separata sede. Il presunto abuso edilizio si era prescritto già in primo grado, mentre erano rimasti in piedi i reati di abuso d’ufficio e falso rispetto ai quali a Gavioli e Olivieri veniva contestato il rilascio di un permesso a costruire in variante alla società Gavioli, che le avrebbe dato la possibilità di realizzare opere in palese contrasto con il Prg. A rigettare l’appello presentato da Gavioli e Olivieri e a confermare la sentenza di primo grado, dopo una camera di consiglio di quattro ore, il collegio presieduto dal giudice Gabriella Tascone. Soddisfatte le parti civili (il Comune di Giulianova, la Giulianova Patrimonio e i privati), rappresentate dagli avvocati Gennaro Lettieri, Paolgiulio Mastrangelo e Libera D’Amelio. «Come avvocati di parte civile esprimiamo grande soddisfazione per la conferma della sentenza di primo grado», ha commentato l’avvocato Lettieri, «e per il raggiungimento anche in appello dell’obiettivo della confisca dell’edificio “monstrum”».
La palazzina, situata di fianco al Kursaal, venne sequestrata, in parte, nel gennaio del 2010 in seguito a un esposto presentato dai residenti del condominio confinante. Da qui l’avvio di un’indagine che aveva portato all’apertura di un fascicolo per abuso edilizio. Secondo l’accusa l’edificio era stato realizzato in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico in assenza di permesso di costruire, con i lavori cominciati dopo la scadenza annuale del termine per l’avvio degli interventi. Inoltre gli inquirenti contestavano la nullità del titolo edilizio perché rilasciato sulla base di un progetto non conforme alle prescrizioni di legge e alle norme del Prg, che regolano le distanze tra edifici e dal fronte strada. Al termine delle indagini per quel presunto abuso edilizio, erano finite a processo davanti al tribunale di Teramo otto persone, tra cui l’ex dirigente comunale Flaviano Core, che rispondeva in concorso con Gavioli e Olivieri del capo di imputazione relativo al rilascio del permesso a costruire e che era stato assolto da ogni accusa. Lo stesso tribunale aveva dichiarato il non doversi procedere per prescrizione, per l’abuso edilizio, per i costruttori Dino e Nino Gavioli, quali amministratori in periodi successivi della Gavioli Arte e Restauri srl, per il costruttore di Giulianova Valter Di Domenico, legale rappresentante della ditta che aveva eseguito le opere in cemento armato, per l’ex dirigente comunale Olivieri, che era anche il responsabile del procedimento amministrativo, e per Severino Di Donato, all’epoca istruttore tecnico nel procedimento amministrativo, mentre aveva assolto per lo stesso reato, con la formula «per non aver commesso il fatto», Luciano Lenzi e Maurizio Nori.
©RIPRODUZIONE RISERVATA