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Parto: all’ospedale “Vibrata” solo uno su cinque è cesareo

SANT’OMERO. Ostetriche sempre più vicine alle donne nel corso della gravidanza e in travaglio e sempre più padrone delle nuove tecniche di parto con il "corso di accompagnamento alla nascita". Il...

SANT’OMERO. Ostetriche sempre più vicine alle donne nel corso della gravidanza e in travaglio e sempre più padrone delle nuove tecniche di parto con il "corso di accompagnamento alla nascita".

Il corso, organizzato all’ospedale di Sant’Omero, coinvolge 25 ostetriche della Asl e di tutta la regione e si concluderà il 6 ed il 7 dicembre. Il corso è tenuto da Giovanna Bestetti, psicopedagogista di fama nazionale, docente al l'Università di Milano-Bicocca. Coordinatore del corso è l'ostetrica Giovanna Gotta, responsabile scientifico dell'evento è il professor Felice Patacchiola (nella foto), direttore dell’unità di ostetricia e ginecologia dell'ospedale "Val Vibrata". Un corso che ha avuto successo, tanto che ne sarà organizzata un’altra edizione nel 2013, in collaborazione con l’ufficio formazione della Asl. Patacchiola sottolinea l'importanza di tali iniziative, «fondamentali per un miglioramento dell'assistenza ostetrica anche al fine di una drastica riduzione del ricorso al taglio cesareo».

I numeri del reparto vibratiano sembrano dar ragione alla politica sanitaria di umanizzazione del parto voluta dalla Asl di Teramo e attuata dall'equipe diretta dal docente aquilano.

Nei primi undici mesi dell'anno (i dati sono aggiornati al 30 novembre) i parti sono stati 623 ed il ricorso al taglio cesareo si è reso necessario in 194 casi pari al 31.14% dei casi.

«Non è corretto però parlare di percentuale totale di taglio cesareo» sottolinea Patacchiola, «infatti una corretta analisi di tale problematica non può non prendere in considerazione le cosidette classi di Robson. Se ad esempio nella casistica di Sant'Omero vengono esclusi i tagli cesarei reiterati, vale a dire in una paziente che ne ha già avuto uno in precedenza (per cui non si può fare altrimenti, ndr), si può notare come la percentuale si abbassi al 21.86%, valore questo al di sotto della media nazionale».

Sicuramente ha anche contribuito la possibilità di praticare il cosiddetto parto indolore mediante l'analgesia peridurale in travaglio, che è stata effettuata nel 40.56% delle donne.

Patacchiola ribadisce però che «è solo il lavoro di un team ben integrato che può consentire il salto di qualità verso una definitiva umanizzazione del percorso nascita» ed al proposito sottolinea il grosso contributo dei colleghi del reparto di pediatria e neonatologia diretto da Antonio Sciarra, che anche in condizioni di estrema carenza di personale hanno sempre garantito un'ottima assistenza neonatologica.

Carenza di personale che sarà nei prossimi giorni corretta dalla presa di servizio a tempo indeterminato di due nuovi pediatri-neonatologi.

Ma a parte l’ostetricia, Patacchiola ricorda come a Sant'Omero venga anche praticata una ginecologia di livello, che sfrutta anche le più moderne tecniche chirurgiche minimamente invasive (laparoscopia, isteroscopia e altro), tanto che nei primi 11 mesi dell'anno sono stati effettuati 584 interventi chirurgici. (a.f.)

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