Pavone: «Cercherò i fondi per il nuovo liceo Saffo» 

Il neo consigliere regionale assicura il proprio impegno per trovare 20 milioni «Ma prima è necessario individuare un’area in città e redigere il progetto»

ROSETO. «Il mio impegno sarà ancor più incisivo, cercherò di trovare le fonti di finanziamento necessarie per la nuova sede del Saffo». A dirlo è il neo consigliere regionale Enio Pavone, che già con la delega all’edilizia scolastica in Provincia ha seguito l’intera vicenda. Per realizzare il nuovo liceo rosetano serviranno circa 20 milioni di euro. Tra le possibili fonti di finanziamento ci sono l’Fsc (Fondo per lo sviluppo e la coesione) e il Pnrr. «Bisogna ancora vedere se ci sono reali possibilità alternative nel centro cittadino», spiega Pavone, «andrà acquisita l’area e non mi sento di escludere niente in questo momento. Garantisco il mio impegno, ancora più incisivo, affinché il nuovo polo liceale Saffo nasca in questa città, ma c’è bisogno dell’impegno di altri enti. La Regione potrebbe aiutare a trovare altre fonti di finanziamento, insieme al ministero dell’Istruzione. Prima però va individuata l’area e stilato il progetto».
Da tempo è aperto un dibattito sulla collocazione del nuovo liceo. L’idea iniziale era quella di costruirlo a Voltarrosto, in un terreno di proprietà della Provincia, ma con il tempo in molti hanno sottolineato l’esigenza di mantenere la struttura in centro. Qui ci sarebbero tre soluzioni che Pavone ritiene ancora valide. Una è l’area ex Castelli a Roseto nord, dove però potrebbe sorgere un complesso residenziale. Nel mese scorso infatti è stata convocata una conferenza dei servizi preliminare per l’esame della proposta fatta dalla ditta Blu Eden srl per la realizzazione della struttura residenziale. Si parla inoltre, sempre in una parte di quell’area, della realizzazione della nuova scuola D’Annunzio. Un’altra zona sarebbe quella dell’ex fornace Catarra, dove però la proprietà potrebbe voler dare una destinazione diversa al terreno. Sempre a Roseto c’è l’area dell’ex fornace Branella, ma anche lì sarebbe necessario avviare dei dialoghi con la proprietà. Un’ulteriore opzione è rappresentata da uno spazio attiguo alla sede della Diodoro Ecologia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA