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Perito conferma: uccisa con la sega

Faccia a faccia in procura sulla teramana strangolata e poi fatta a pezzi

TERAMO. Delitto Mazza: come in un puzzle indizi e prove cominciano a dare forma e sostanza al fascicolo della procura. Dopo le risposte del Ris sulle macchie di sangue, arriva anche la conferma del perito nominato per fare chiarezza sulle armi usate per tagliare la donna.

Vittorio Fineschi
, anatomopatologo dell'università di Foggia, ieri è tornato a Teramo per un nuovo faccia a faccia con il procuratore Gabriele Ferretti, il pm Roberta D'Avolio e i carabinieri delegati alle indagini. Un incontro durato più di un'ora nel corso del quale il consulente avrebbe confermato la compatibilità dei tagli con l'uso di una sega e di coltelli di vario tipo. Fineschi non ha consegnato nessuna relazione: lo farà tra una settimana al termine di alcune integrazioni richieste.

Quali? Su questo non trapela nulla, ma è ipotizzabile che le integrazioni potrebbero riguardare la compatibilità con alcuni tipi di coltello da cucina che sono stati sequestrati nell'appartamento di Romano Bisceglia, l'ex convivente di Adele Mazza arrestato con l'accusa di aver strangolato e fatto a pezzi la donna. Intanto nei giorni scorsi dai carabinieri del Ris è arrivata la risposta sulle macchie di sangue trovate nella casa di Bisceglie: per gli esperti del raggruppamento investigazioni scientifiche dell'Arma quelle macchie sono di Adele Mazza. Questo per la procura significa che la donna è stata uccisa nell'appartamento di via Tordino. 

Bisceglia, 53 anni, ex convivente di Adele Mazza, dal 12 aprile è in carcere. Per carabinieri e procura è lui il presunto assassino.  I risultati dei test del Ris si riferiscono al primo sopralluogo nell'abitazione dell'uomo, un alloggio popolare di via Tordino, nel giorno del suo arresto. In quell'occasione i militari sequestrarono un asciugamano, un giaccone, dei tappeti e altri reperti.

Tutta la casa venne ispezionata usando il luminol, l'esame che consente di rintracciare tracce di sangue anche se lavate. Nel corso di questi mesi gli esperti hanno ispezionato anche tutti i reperti prelevati nella scarpata di via Franchi, la zona che si trova a pochi metri da via Tordino, e dove furono trovati i resti della donna. Bisceglia, intato, dal carcere continua a proclamarsi innocente e a sostenere di essere stato insieme ad altre persone mentre la donna veniva uccisa. (d.p.)

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