Perizia medica per Curti e Di Pietro

La difesa: 4 mesi in carcere, stanno male. Il gip nomina due consulenti

TERAMO. Crac Di Pietro: mentre la procura si avvia a chiudere l'inchiesta sulla bancarotta con un giudizio immediato, per gli imprenditori Guido Curti e Maurizio Di Pietro scatta la perizia medica. I due sono a Castrogno da 160 giorni: in questi 4 mesi sono state respinte sette richieste di scarcerazione fino al no della Cassazione che ha negato la libertà. L'obiettivo della difesa, che nel caso di Curti ha chiesto ed ottenuto dal gip la consulenza, è quella di accertare una incompatibilità con il regime carcerario per motivi di salute. Ed è partendo da questa condizione che gli avvocati Guglielmo Marconi e Luca Gentile, i legali di Curti, hanno presentato istanza al gip Marina Tommolini. Il pm Irene Scordamaglia, titolare del caso, ha dato parere favorevole.

Lunedì i due consulenti nominati dal giudice, tra cui uno psichiatra, inizieranno le attività sui quesiti: le condizioni psichiche e fisiche ed eventuali profili di incompatibilità con il carcere. Se per Curti la richiesta è della difesa, stessa cosa non è successa per Di Pietro. Il suo legale Cataldo Mariano, non ha presentato nessuna istanza. Intanto i giudici d'Appello dell'Aquila hanno fissato al 31 maggio l'udienza per esaminare il settimo ricorso. E' quello presentato contro il provvedimento con cui a fine aprile il gip Tommolini ha respinto l'ennesima richiesta di scarcerazione. Secondo il giudice l'imprenditore deve restare in carcere perchè la sua confessione - quella in cui si è autoaccusato della gestione delle società del crac - è stata solo una strategia per tornare in libertà. Per il magistrato oltre a permanere gravi esigenze cautelari, Curti non si sarebbe pentito realmente ma avrebbe solo cambiato strategia per ottenere la libertà.

L'imprenditore, a differenza di quanto detto nel primo interrogatorio, si era autoaccusato della gestione delle società del crac escludendo ogni coinvolgimento del commercialista Carmine Tancredi. Un dietro front che per procura e gip non ha modificato il quadro indiziario. Curti e Di Pietro sono i principali dei 7 indagati nell'inchiesta che ha portato al sequestro delle quote di due società che avevano sede legale nello studio commerciale del presidente della giunta regionale Gianni Chiodi e del suo socio, il commercialista Tancredi. Sono la Kappa Immobiliare e la De Immobiliare Srl, società controllate al 99% da sodalizi ciprioti e che per l'accusa sono le tappe finali dei soldi dei fallimenti. (d.p.)

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