Perseguitata a 15 anni, branco e vittima dal giudice

Bullismo nelle scuole di Teramo: in 8 accusati di tentata violenza, saranno sentiti in un incidente probatorio

TERAMO. Vittima e branco davanti al giudice per raccontare, accusare, difendersi. E’ un incidente probatorio chiesto dal pm e concesso dal gip a segnare una nuova tappa giudiziaria di una vicenda tanto dolorosa quanto emblematica di un fenomeno che le statistiche ormai da tempo danno in preoccupante aumento.

Il caso è quello recente della 15enne studentessa teramana che per mesi è stata perseguita, palpeggiata, minacciata e rapinata da otto coetanei compagni di scuola. Nei giorni scorsi la il pm della procura dei minori titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Antonio Altobelli, ha chiesto ed ottenuto di sentire la ragazzina e i suoi aguzzini. Un sistema per cristallizzare le testimonianze in un iter giudiziario che si annuncia complesso. Come lo sono tutti quelli che riguardano i minori.

La storia risale a qualche mese fa e prima di Natale ha avuto il suo epilogo da codice penale. Dopo aver subito le angherie del branco, la piccola donna ha superato paura e vergogna per raccontare tutto a mamma e papà che (assistiti dall’avvocato Antonella Galizia) si sono rivolti ai carabinieri facendo scattare l’indagine della procura dei minori dell’Aquila conclusa con gli otto studenti quindicenni (tutti nati in Italia da genitori di origine straniera) denunciati per tentata violenza sessuale e rapina: per due di loro sono arrivate anche delle ordinanze di custodia cautelare di permanenza a casa con la possibilità di andare a scuola, così come previsto per i minori.

Tutto è cominciato nei primi giorni dell’anno scolastico, quando i genitori della ragazza si sono presentati dai carabinieri per denunciare quanto raccontato dalla figlia. Perchè la ragazzina, dopo aver ricevuto le minacce del branco qualora avesse parlato, ha trovato il coraggio e la forza di confidarsi con loro per dire che la sua vita era diventata un inferno da quando quel gruppo di ragazzi che frequenta il suo stesso istituto non la lasciava più in pace. L’aspettavano fuori scuola, le avevano portato via soldi e cellulare, ma soprattutto in più occasioni l’avevano toccata in varie parti del corpo, l’avevavo spintonata, l’avevano minacciata di non parlare. Un incubo durate settimane.Il racconto della ragazza, che dopo la denuncia ha ripetuto le sue accuse ai carabinieri, ha fatto scattare le indagini dei militari della compagnia di Teramo.

E sono stati i carabinieri, agli ordini del maggiore Riziero Asci, a mettere insieme le testimonianze di altri studenti della scuola che hanno confermato le versioni della 15enne, ma anche ad accertare passo dopo passo i drammatici racconti della studentessa. Che ha elencato posti, circostanze, orari. Con grande precisione. Raccontando di inseguimenti continui, di palpeggiamenti. Le testimonianze hanno confermato quanto raccontato dalla quindicenne e, al termine delle indagini, hanno portato i militari a denunciare alla procura aquilana gli otto studenti. Per reati pesanti che vanno dalla rapina alla tentata violenza sessuale. Per due di loro la procura ha chiesto ed ottenuto dal gip anche la misura cautelare della permanenza a casa con la possibilità di frequentare la scuola. Ora saranno seguiti dai servizi sociali così come disposto dal tribunale per i minori. La storia resta l’atto d’accusa di una ragazzina che ha trovato la forza e il coraggio di raccontare ai genitori l’inferno in cui era precipitata. E di una mamma e di un papà che hanno denunciato.

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