Petrolio in Abruzzo, via libera alle trivellazioni in Val Vibrata

Gli ambientalisti denunciano: c’è l’ok al permesso di ricerca di petrolio e gas che interessa nove comuni teramani

VAL VIBRATA. Da oggi in una vasta fetta del territorio provinciale, che dai comuni di Bellante, Campli e Mosciano sale verso la provincia di Ascoli toccando Sant’Omero, Nereto, Corropoli, Tortoreto, Torano Nuovo e Controguerra fino a un lembo della marchigiana Spinetoli, sarà possibile cercare petrolio e gas. Lo denunciano in una nota Comitato per la difesa della Riserva del Borsacchio,Coordinamento nazionale No Triv-sezione Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, Legambiente Abruzzo, Wwf Abruzzo.

Si tratta del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato “Colle dei Nidi”, accordato il 12 luglio scorso dal ministero dello Sviluppo economico alle compagnie Gas Plus Italiana, Medoilgas e Petrorep Italia in un’area vasta 83,19 kmq. La nota degli ambientalisti recita: «Da domani (oggi, ndr) la Gas Plus Italiana (società capofila, ndr) potrà dare avvio in qualsiasi momento al programma di ricerca che, superata una fase iniziale potrà comportare la programmazione di un rilievo sismico e la perforazione di un pozzo esplorativo della profondità di circa 3.500 metri. Fatta eccezione per il titolo di ricerca “Civitaquana”, che riguarda soprattutto le province di Pescara e L’Aquila, in fatto di petrolio per la provincia di Teramo è la “prima assoluta”».

Come ci si è arrivati? Gli ambientalisti fanno la storia dei vari passaggi amministrativi ed evidenziano alcuni aspetti. «L’esito positivo del procedimento autorizzativo», scrivono, «ha la sua pietra angolare nella Strategia energetica nazionale varata dal Governo Monti e rilanciata con enfasi dal Governo delle “larghe intese”. La “Colle dei Nidi” è solo una piccola parte di quel distretto minerario in cui, secondo i piani, dovrà trasformarsi l’Abruzzo». E gli enti locali? «Le Regioni Abruzzo e Marche hanno rilasciato l’intesa e la conferenza servizi del 16/4/2010 è andata deserta. La Regione Abruzzo ha rilasciato l’intesa il 28/5/2008 (giunta Del Turco), confermandola il 24/1/2013 (giunta Chiodi) sulla base del presupposto che la legge regionale 2/2008, come modificata nel 2010, “non prevede la incompatibilità nella localizzazione di ogni opera relativa ad attività di prospezione, ricerca, estrazione e coltivazione degli idrocarburi gassosi tra le attività svolte sul territorio regionale”. Il permesso di ricerca è però unico, ossia rilasciato indistintamente per il petrolio e per il gas; in ragione di questo, la legge regionale deve trovare necessariamente applicazione anche al permesso di ricerca “Colle dei Nidi”».

Secondo le associazioni ambientaliste «il conferimento del permesso “Colle dei Nidi” apre la strada ad altri permessi di ricerca che seguiranno da qui a breve (la “Corropoli”, ad esempio) e che investiranno tutta la provincia di Teramo, le cui classi dirigenti non sono state capaci o più semplicemente non hanno voluto finora opporsi seriamente alla petrolizzazione». No Triv, Italia Nostra, Wwf, Legambiente e Comitato Borsacchio annunciano un «molto probabile» ricorso al Tar contro l’ok del ministero e pungono il governatore Chiodi, ricordando alcune sue dichiarazioni nelle quali sosteneva che la Regione Abruzzo non aveva concesso alcuna autorizzazione alle compagnie petrolifere.(red.te)

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