l'inchiesta

«Picchiamo i negri», denunciato un ventenne di Roseto

Aperta e subito chiusa la pagina Facebook realizzata dallo studente per organizzare una spedizione punitiva al residence Felicioni. Interviene la Digos. Il sindaco: «Scellerati»

ROSETO DEGLI ABRUZZI. «Saccagnare di botte i negri del Felicioni». Hanno utilizzato un termine gergale per esprimere un concetto molto più esplicito e tristemente conosciuto come intolleranza razziale. L’invito era sulla pagina di un gruppo facebook, aperta e chiusa poco dopo, dal suo stesso creatore. E così uno studente universitario ventenne di Roseto è stato denunciato dagli agenti della Digos della questura di Teramo per istigazione alla violenza per motivi razziali e procurato allarme. Secondo gli investigatori, il giovane nei giorni scorsi, sulla base della notizia - poi rivelatasi infondata - di una presunta aggressione ai danni di una donna da parte di un migrante ospite di un albergo del posto, aveva aperto una pagina Facebook in cui, oltre ad esprimere avversione, invitava alla mobilitazione contro gli extracomunitari. Dopo due giorni, però, accortosi di aver sollevato polemiche e forti critiche, ha cancellato la pagina sul social, ma l'iniziativa non era sfuggita agli organi di informazione. Gli agenti della Digos, sono risaliti al suo nominativo tramite immediati accertamenti anche telematici. Sulla pagina facebook si sono ritrovate numerose persone insofferenti per la presenza del gruppo di profughi da mesi ospiti del residence Felicioni, tanto da lanciare dal web l’invito a un’improbabile spedizione punitiva da mettere in atto proprio all’interno della struttura.

Immediata la reazione sul blog, al quale poi se ne sono aggiunti anche altri, con scambi di battute molto accese tra i favorevoli all’integrazione e quelli che invece non ne vogliono neppure sentire parlare. C’è da dire che la maggior parte dei navigatori dell’etere ostile ai migranti non aveva accettato di buon grado il loro arrivo a Roseto già quando in origine erano solo una trentina, moltiplicandosi poi nel tempo fino a diventare 130 secondo alcune fonti, oltre 200 secondo altre. E proprio la mancanza di informazioni certe sul loro numero, così come sulla provenienza o le condizioni di salute, che contribuisce ad alimentare la rabbia quando iniziano a circolare voci di episodi poco piacevoli riconducibili agli ospiti della struttura rosetana. Non a caso molti operatori turistici della zona dove si trova il Felicioni hanno in più occasioni protestato per la convivenza forzata con i migranti, alcuni dei quali avrebbero tenuto atteggiamenti tali da provocare numerose disdette da parte dei propri clienti, tanto da farli preoccupare per l’andamento della stagione balneare. «A breve incontrerò il prefetto di Teramo», ha detto il sindaco Di Girolamo, «al quale ribadirò le nostre richieste già inviategli per iscritto, e cioè: stop con gli invii dei migranti; riduzione di quelli già ospitati al Felicioni; maggiore presenza delle forze dell’ordine. Detto questo, non posso che condannare il vile atto perpetrato attraverso i social, frutto di progetti scellerati di sconsiderati, che spero vengano bloccati sul nascere dall’autorità giudiziaria che sono certo farà rapidamente il proprio corso».

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