Il giallo

Pittrice scomparsa, i Santoleri saranno di nuovo interrogati 

Padre e figlio indagati per omicidio tornano martedì davanti al pm. La loro versione non convince gli inquirenti

GIULIANOVA. Martedì mattina dovranno presentarsi di nuovo davanti al pubblico ministero di Ancona Andrea Laurino per essere interrogati. La Procura della Repubblica del capoluogo marchigiano non molla la presa su Giuseppe e Simone Santoleri, ex marito e figlio della pittrice di origine teatina Renata Rapposelli, scomparsa a Giulianova (dove era andata in treno da Ancona a trovare i due congiunti) il 9 ottobre scorso.

I Santoleri sono indagati dal 3 novembre scorso per concorso in omicidio e occultamento di cadavere.
Proprio tra il 2 e il 3 novembre padre e figlio furono interrogati a lungo nella caserma dei carabinieri di Ancona e da quell’interrogatorio scaturirono gli avvisi di garanzia. Giuseppe e Simone entrarono in caserma come persone informate sui fatti, ne uscirono indagati per omicidio. Martedì, probabilmente, il pm Laurino proverà a smontare definitivamente la loro poco verosimile versione sulle ultime ore della donna alla luce degli accertamenti tecnici effettuati e delle testimonianze raccolte dal 3 novembre – giorno del primo blitz dei carabinieri del Ris nella casa di Giulianova – ad oggi. Ma stavolta i Santoleri, essendo indagati, avranno al proprio fianco i rispettivi avvocati (Gianluca Carradori per entrambi, Gianluca Reitano per Simone e Alessandro Angelozzi per Giuseppe) e potranno avvalersi della facoltà di non rispondere. I legali, tra oggi e lunedì, decideranno quale strategia seguire di fronte agli inquirenti anconetani.
In assenza di un cadavere, e in assenza (a quanto risulta al momento) di tracce di sangue nell’abitazione e nelle sue immediate pertinenze, diventa determinante la tenuta del racconto di Giuseppe e Simone sulla visita ricevuta dalla madre il 9 ottobre e soprattutto su quanto sarebbe accaduto a visita conclusa. Davvero, dopo una lite per questioni economiche, Giuseppe Santoleri sulla propria Fiat Seicento avrebbe riaccompagnato la ex moglie nelle Marche percorrendo la Statale 16 e non l’autostrada, e lasciando la donna in un luogo imprecisato a un paio di chilometri dal santuario della Madonna di Loreto? Gli inquirenti non ci hanno mai creduto, confortati da elementi “pesanti” come le celle telefoniche (l’ultima traccia di Renata è a Giulianova). Ora, forse, hanno in mano ulteriori riscontri – tecnici e testimoniali – in grado di smontare senza ombra di dubbio questo racconto. E vogliono sbatterli in faccia ai due indagati.
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