Pittrice uccisa, oggi i Santoleri presentano il ricorso al Riesame 

Gli avvocati chiedono la scarcerazione del marito e del figlio della vittima arrestati per l’omicidio  «Nessuna certezza dalle telecamere e dalle intercettazioni, manca l’indagine sulle celle telefoniche»

GIULIANOVA. I difensori puntano su telecamere e intercettazioni, su celle telefoniche e mancanza di riscontri per smontare l’ordinanza davanti ai giudici del Riesame. Questa mattina gli avvocati Alessandro Angelozzi, Gianluca Reitano e Gianluca Carradori , che assistono Giuseppe e Simone Santoleri, presenteranno il ricorso al tribunale di Ancona e sono pronti già ad impugnare quella che sarà la seconda ordinanzaattesa dal gip di Teramo dopo la richiesta d’arresto bis fatta dalla Procura teramana in seguito al passaggio del caso.
Ex marito e figlio della 64enne pittrice teatina Renata Rapposelli sono accusati di omicidio in concorso e sottrazione di cadavere. Secondo inquirenti e investigatori marchigiani l’hanno uccisa quel 9 ottobre dell’anno scorso quando la donna si è recata nella loro abitazione giuliese con un treno partito da Ancona. E’ successo al termine di una lite scoppiata per questioni economiche, in un contesto familiare di rancore e odio. Poi i due, sempre secondo l’accusa, hanno chiuso il cadavere in una grossa busta, lo hanno nascosto in macchina per qualche giorno, coperto con un grosso scatolone e trasportato fino a Tolentino per liberarsene gettandolo in una scarpata. Ad incastrarli, sostiene l’accusa, le immagini catturate da una telecamera a Porto Sant’Elpidio, intercettazioni ambientali e telefoniche, depistaggi e falsi alibi dei due. Ma per i difensori «i fotogrammi delle telecamere sono talmente sfocati che è veramente difficile identificare la macchina di padre e figlio. Si vede solo una macchina bianca e basta. Per quanto riguarda le intercettazioni ambientali si tratta di frasi estrapolate da un contesto e che quindi possono dire tutto e niente». Nel ricorso, inoltre, particolare attenzione anche alla mancanza di una consulenza sulle celle telefoniche che in quelle ore del 9 ottobre hanno agganciato il cellulare della donna.
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