Portò la squadra a un passo dalla serie B

Con lui in panchina Pruzzo, Graziani e Zecchini che sfiorò l'impresa

 TERAMO. Undici anni di amore e odio. Di gioie e delusioni. Di vittorie e sconfitte. Sotto la gestione di Romano Malavolta junior il Teramo calcio ha vissuto, nel bene e nel male, le stagioni più importanti della sua storia recente. Senza mezze misure. Undici anni nei quali i tifosi biancorossi hanno accarezzato il sogno della serie B, nel 2003; hanno ammirato grandi giocatori nel vecchio e glorioso Comunale e hanno pianto quando nel 2008, in un caldo pomeriggio di luglio, il Teramo fallì nel giorno del suo 95º compleanno. L'era-Malavolta inizia nel 1997 con l'acquisto della società che dal 1988 era nelle mani di Giovanni Cerulli Irelli. Quest'ultimo, subito dopo aver siglato l'accordo, dice: «Con Malavolta futuro assicurato». La prima gara ufficiale di quel Teramo guidato in panchina da Ettore Donati, nell'allora campionato di serie C2 girone C '97-'98, viene giocata a Viterbo e si conclude con la vittoria biancorossa per 2-1.  In squadra c'è gente del calibro di Grilli, Pagano, Nicoletti e Paradiso.  Il Teramo arriva ai play-off promozione, ma è sconfitto dall'Arezzo. L'anno successivo non è altrettanto positivo. I play-off, stavolta, sfumano.  Da gennaio 1999 Malavolta si avvale per un periodo della consulenza di Ciccio Graziani, ex attaccante della Nazionale. Nel '99-2000 arriva sulla panchina del Teramo un altro grande nome, Roberto Pruzzo; viene acquistato il bomber albanese Florian Myrtaj.  La squadra centra i play-off, ma la promozione in C1 svanisce di nuovo contro il Rimini e la famiglia Malavolta, delusa, minaccia di lasciare il Teramo.  Il presidente, però, ritrova l'entusiasmo e nell'estate 2000 ingaggia il tecnico Paolo Lombardo, che viene esonerato dopo sette giornate. Ritorna Ettore Donati e ci si qualifica per i play-off. Il Teramo supera il Rimini ma non il Chieti. Altra doccia gelata. Il padre di Romano, Aristide, è preso dallo sconforto e dichiara: «E' meglio che cambiamo mestiere, abbiamo speso tanto, serve una pausa di riflessione».  Malavolta non si arrende. Nel 2001-2002 corona gli sforzi e raggiunge finalmente l'obiettivo del salto in C1 vincendo il campionato con 70 punti. E' la squadra allenata da Luciano Zecchini, della quale Myrtaj (25 reti) è il trascinatore. La città ritrova la C1 dopo 14 anni.  Il picco dell'era Malavolta lo si tocca nel 2002-2003 quando solo il Martina, ai play-off, infrange il sogno della serie B beffando una squadra composta da grandi nomi come Pepe, Motta, Biso e Carrozzieri.  Nel 2003-2004 Malavolta conferma Zecchini e parte con propositi di ripetere la stagione precedente. Propositi, però, disattesi (il Teramo chiude al decimo posto). E' l'inizio della fase-buia.  Nell'estate 2004 il Teramo rischia l'esclusione dalla C1 per inadempienze. Nell'aprile 2005, Malavolta cede le quote all'imprenditore campano Carlo Polverino, ma è un fuoco di paglia.  Polverino si tira indietro dopo pochi giorni e Malavolta torna così in carica. Il Teramo mantiene la C1 fino al 2007, anno della retrocessione in C2 al termine dello spareggio play-out contro l'Ancona. Si arriva all'estate 2008.  L'estate che sancisce il fallimento del Teramo e l'amara conclusione dell'era-Malavolta.

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