Poste, la rabbia degli anziani

Troppi disagi per i pagamenti scaglionati delle pensioni

TERAMO. Pensionati in rivolta contro lo scaglionamento dei pagamenti delle pensioni a seconda della lettera del cognome. Da giugno, infatti, gli uffici postali in provincia applicano in maniera molto più rigida che in passato un vecchio accordo. Si tratta di un accordo sottoscritto nel 2003 con l'Inps. Finora però veniva applicato in maniera flessibile o addirittura non veniva attuato. Recentemente c'è stato un giro di vite, che ha creato parecchi disagi.

Le Poste assicurano che i pensionati sono stati avvisati, ma molti anziani smentiscono. Ad esempio il titolare di una pensione d'invalidità da 256 euro il 1º giugno si è sentito rispondere di ripassare dopo una decina di giorni, in quanto il suo cognome inizia per «S». Il "piccolo" problema era che l'invalido non sapeva come arrivare a quella data. E nessuno, a quanto lui dice, gli ha proposto una soluzione alternativa, sebbene le Poste assicurino che per chi ha problemi economici c'è tutta la disponibilità ad accorciare i tempi.

Ora scende in campo lo Spi Cgil. «L'articolo 3 dell'accordo fra Poste e Inps», osserva Germano Franciosi dello Spi, «dice che le pensioni vanno pagate dal primo giorno lavorativo del mese per 8 giorni bancabili e che non si può superare il 12º. Poste si impegna a ridurre comunque i tempi indicati. Finora la calendarizzazione è stata applicata in maniera molto blanda in provincia. Ma da maggio nei vari uffici è arrivata una circolare che non si sa da dove proviene, anche perchè da nostre informazioni risulta che ad esempio a Pescara non viene applicata. Nella circolare si dice chiaramente che bisogna applicare la calendarizzazione perchè l'obiettivo è "incrementare gli accrediti". Infatti i pensionati ci dicono che alle Poste ci sono proposte esplicite e pressanti per far aprire loro libretti di risparmio o conti correnti, il solo modo per ottenere il pagamento già dal 1º del mese. Ci sembra che sia un comportamento scorretto nei confronti del pensionato, che viene sottoposto a evidenti forzature».

In definitiva, sostiene il sindacato, le Poste per rastrellare denaro spingerebbero gli anziani ad aprire libretti postali o conti. «A questo punto però», aggiunge Franciosi, «la situazione potrebbe ritorcersi proprio contro le Poste: infatti molti pensionati che hanno subìto questo torto si fanno accreditare la pensione in banca: molti istituti di credito fanno condizioni agevolatissime agli over 65. Queste pressioni così forti nei confronti degli anziani rischiano di far cadere il rapporto di fiducia che finora questi avevano avuto con Poste. Finora in tantissimi hanno fatto ricorso a forme di investimento di diverso genere, come i buoni postali».

Lo Spi Cgil ha dubbi anche su un'altra motivazione addotta dalle Poste, quella di avere meno denaro in cassa con la calendarizzazione e quindi correre meno rischi di rapine. «Ma gli uffici comunque dal 1º del mese devono avere la disponibilità di denaro: se chi ha un conto corrente o un libretto chiede denaro liquido devono soddisfare la richiesta», obietta Franciosi, «per cui chiediamo che si ritorni a un'applicazione flessibile della calendarizzazione. E' andata bene per sette anni, non vedo perchè si debba cambiare».

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