Fabio Racanella, 52 anni, di Orvieto

TERAMO

Precipita dal Gran Sasso, muore alpinista

La vittoma è Fabio Racanella, 52 anni, di Orvieto. Inutili i soccorsi scattati anche con l'elicottero del 118. Il presidente della Guide alpine: "In questo periodo è troppo pericoloso andare lassù"

TERAMO. Precipita dalla Direttissima del Gran Sasso e muore. Il tragico incidente è accaduto poco prima di mezzogiorno e inutili sono stati i soccorsi in elicottero del 118 teramano che si è poi diretto all'ospedale dell'Aquila.

La vittima è Fabio Racanella, 52 anni, scialpinista di Orvieto. Secondo quanto si è appreso, era un istruttore alpinista, grande conoscitore della montagna e socio del Cai. E' morto dopo che è precipitato dal canale Bissolati sulla vetta del Corno Grande, sul Gran Sasso. Nella sua città, in molti conoscevano la sua grande passione per lo sport e la montagna. Una passione che emerge anche dal suo profilo Facebok, dove aveva pubblicato diverse foto con paesaggi montani, anche in panorami innevati, con gli sci ai piedi. L'uomo aveva raggiunto le vetta del Corno Grande e durante la discesa è stato visto cadere. Indagano i carabinieri di Pietracamela. La salma è stata portata all'ospedale di Teramo, per poi procedere agli accertamenti.

PRESIDENTE GUIDE ALPINE ABRUZZO. «Io sono ad arrampicare sulla Costiera Amalfitana, perché so bene che adesso, lassù, non è il caso di andare». È lapidario Davide Di Giosafatte, il Presidente delle Guide Alpine d'Abruzzo, commentando all'Ansa il grave incidente di oggi, l'ennesimo, sul Gran Sasso. «Il meteo non prevedeva nulla di buono, ci sono state delle precipitazioni recenti e ci vuole una attenzione speciale: siamo a fine stagione, le temperature sono in aumento, entro mezzogiorno al massimo devi stare al sicuro proprio per l'instabilità della neve dovuta al calore - prosegue il capo delle Guide - La stagione è "andata", lo ripeto a tutti, per fare quelle cose. Ora è troppo rischioso, oltre tutto c'è stata una grossa valanga nella Conca degli Invalidi, che testimonia la pericolosità della montagna».