Processo ex Tercas La Popolare di Bari sarà parte civile

La banca pugliese preannuncia la propria costituzione contro l’allora direttore Di Matteo e un altro dirigente

TERAMO. L’annuncio è arrivato nell’udienza di ieri pomeriggio, quella fissata per l’apertura del processo sulla presunta truffa con le azioni ex Tercas della passata gestione e subito rinviato a settembre. La Banca Popolare di Bari, che nel marzo 2016 ha incorporato la Tercas, tramite i suoi legali ha comunicato che si costituirà parte civile nei confronti dell’ex direttore generale Antonio Di Matteo e di un altro dirigente imputato nel procedimento insieme ad altri 26.

I 28 sono tutti accusati di truffa in concorso: Di Matteo e diversi ex dirigenti, direttori di filiali e anche semplici impiegati, ai quali la Procura contesta di aver venduto delle azioni facendole passare invece per cosiddetti pronto contro termine. Secondo la Procura ai clienti sarebbero state vendute azioni ex Tercas spacciandole per investimenti a un anno con un rendimento garantito. I fatti contestati risalgono al 2011, prima del commissariamento della banca avvenuta nel 2012, con l'inchiesta partita dalle denunce presentate da alcuni risparmiatori che lamentavano di essersi ritrovati con niente.

Il processo, che si svolge davanti al giudice Flavio Conciatori, a fronte dell'adesione allo sciopero nazionale di quasi tutti i difensori e della mancata rinuncia da parte di uno degli imputati alla sospensione dei termini per il terremoto, è stato rinviato al 25 settembre quando verranno discusse le questioni preliminari e si aprirà il dibattimento. Solo in quella sede ci potrà essere la costituzione di parte civile visto che il procedimento non è passato al vaglio di un gup e arriva in aula con una citazione diretta a giudizio da parte dello stesso pm (titolare del fascicolo il sostituto procuratore Enrica Medori che lo ha ereditato dal pm Irene Scordamaglia).

E’ ipotizzabile che in quella sede molti risparmiatori decideranno di costituirsi parte civile. Il giudice ha fissato un fitto calendario di udienze fino al mese di dicembre. Inizialmente il pm Scordamaglia aveva iscritto nel registro degli indagati anche l'ex presidente Lino Nisii, la cui posizione era stata successivamente stralciata insieme a quella degli allora capi area Lino Pompei, Antonio Brighitta e Franco Bovara. Per tutti il pubblico ministero aveva fatto una richiesta di archiviazione che qualche mese fa è stata accolta dal giudice Roberto Veneziano.

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