Processo Santoleri, chiesta una perizia 

Per Giuseppe la difesa vuole accertare la capacità di intendere e volere, per Simone valutare il vissuto

GIULIANOVA. Nel processo per l’omicidio di Renata Rapposelli, che vede imputati l’ex marito e il figlio della donna, entrambi accusati di omicidio volontario aggravato, entra la richiesta di perizia psichiatrica presentata dai legali di Giuseppe e Simone Santoleri. Perizia che nel caso di Giuseppe sarebbe volta ad accertare la sua capacità di intendere e volere all’epoca dei fatti e per Simone a contestualizzare alcuni aspetti del suo vissuto che i suoi legali ritengono fondamentali. Una richiesta sulla quale la corte d’assise (presidente Flavio Conciatori, a latere Lorenzo Prudenzano) si esprimerà nella prossima udienza già calendarizzata per l’8 luglio.
Sempre ieri, intanto, davanti ai giudici togati e popolari sono sfilati altri cinque testimoni dell’accusa, tra cui un’ex amica di Simone, Stefania, che ha raccontato di averlo conosciuto nel 2012 in quanto era molto amico del suo ex compagno e di averlo frequentato, sempre come amico e per un po’ di tempo, anche dopo la rottura col suo ex. La donna, che ha descritto Simone come «un manipolatore», rispondendo alle domande del pm ha dichiarato come Giuseppe fosse una persona molto buona, sottomessa al figlio. «Faceva tutto ciò che diceva Simone», ha dichiarato, per poi aggiungere come a un certo punto avesse deciso di interrompere quell’amicizia e come lo stesso Giuseppe, a cui lei era molto affezionata, le avrebbe detto di allontanarsi dal figlio «perché era pericoloso». Nel corso della sua deposizione la donna ha precisato come Simone non fosse mai stato violento nei suoi confronti, tranne in un’occasione in cui l’aveva spinta al muro. «Mi diceva guardami negli occhi, sono il diavolo». Rispondendo alle domande del pm Enrica Medori l’ex amica di Simone, che all’epoca rilasciò dichiarazioni anche alla trasmissione tv Chi l’ha visto, ha poi raccontato di come Giuseppe «fosse innamorato della moglie, diceva sempre che era una bellissima donna», sottolineando invece come «Giuseppe mi diceva che non vedeva la mamma da diverso tempo, che l’aveva fatto soffrire tantissimo». La stessa donna ha poi confermato come Simone fosse andato in due occasioni a trovarla a Belforte del Chienti, piccolo borgo vicino Tolentino, confermando d come l’uomo conoscesse la zona (ndr il cadavere di Renata Rapposelli fu trovato in una scarpata di Tolentino, sulle rive del fiume Chienti .
Sul banco dei testimoni anche Stefano, ex amico di Simone ed ex compagno di Stefania, che ha dichiarato di conoscere il figlio di Renata Rapposelli da quando erano ragazzini. «Simone ha avuto un’infanzia difficile», ha raccontato in aula, «che attribuiva ai genitori», dichiarando però come avesse «sempre trattato bene il padre» e ricordando come molti anni fa gli avesse «presentato la madre». Nella sua deposizione l’uomo ha parlato di Simone come di «un ragazzo d’oro, gentile e molto intelligente, che si è fatto da solo». Dopo l’audizione dei testi il processo è stato aggiornato all’8 luglio. (a.m.)
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