Provincia, parte il repulisti

Catarra annuncia il nuovo corso: «Voglio un patto etico»

TERAMO. Quel che è stato, è stato: da oggi si cambia musica. Il presidente della Provincia Valter Catarra interviene così sul delicato dossier degli ispettori del ministero delle Finanze che ha sconvolto l'ente negli ultimi giorni. Una relazione che ha svelato anni di cattiva amministrazione e strapotere dei dirigenti, procedure irregolari e anomale, compensi e incentivi regalati, incarichi e appalti affidati senza logica. Un capitolo della storia dell'ente che Catarra, insieme alla sua giunta, sembra deciso a chiudere, aprendo una nuova fase all'insegna di un «patto etico» che illumini l'operato di amministratori e dipendenti. Le dichiarazioni di Catarra sono arrivate ieri nel corso di una lunga conferenza stampa che ha visto il presidente affiancato dalla sua squadra di assessori insieme alla segretaria generale Gianna Becci. È nell'esperienza amministrativa di quest'ultima che confida Catarra per riportare la Provincia di Teramo sulla retta via ed è proprio a lei che la giunta ha affidato il mandato di analizzare le carte e prendere i provvedimenti richiesti dalla Ragioneria generale dello Stato, il dipartimento del ministero che ha svolto l'ispezione.

IL DOSSIER. «La relazione è arrivata sul mio tavolo lo scorso 27 luglio», ha spiegato Catarra ricostruendo i fatti che hanno portato alla pubblicazione del dossier in esclusiva sul Centro il 2 agosto, «non si trattava di un documento riservato, è arrivato con una busta comune. Pensavamo di darne notizia prima ai dirigenti, ma non erano comunque carte secretate ed erano anche sul tavolo della Regione e del prefetto, molti ne erano dunque a conoscenza».

L'ISPEZIONE. Catarra ha chiarito che l'ispettore ministeriale, Cesare Carassai, è arrivato in Provincia a gennaio ed è rimasto per due mesi per raccogliere gli atti. Poi il ritorno a Roma e la stesura della relazione. «Non c'è stato nessun esposto», ha chiarito Catarra, «l'ispezione è stata effettuata a campione, così come ci è stato anche comunicato dal ministero. E gli atti presi in considerazione riguardano il periodo dal 2004 al 2009». Quindi sotto la lente del ministero sarebbero finiti solo gli atti degli anni dell'amministrazione di centrosinistra guidata da Ernino D'Agostino.

IL GIUDIZIO POLITICO. Si può riassumere con un «Noi l'avevamo detto» il giudizio politico che Catarra e i suoi hanno fornito sulla delicata vicenda. «Non siamo degli inquisitori», ha detto, «ci limitiamo a constatare i fatti contenuti nella relazione. Dall'inizio del nostro mandato abbiamo ribadito che ci era stata lasciata dall'opposizione una struttura carente, con troppi dirigenti e pagati troppo. Ora un ente terzo, cioè il ministero, ha tirato fuori dei fatti. Naturalmente dovremo approfondire quanto emerso. Di certo il centrosinistra non può più permettersi di attaccarci su quello che stiamo facendo e sulle nostre inefficienze».

I DIRIGENTI. Al centro degli episodi di cattiva amministrazione evidenziati nel dossier degli ispettori emerge con forza il ruolo dei dirigenti dell'ente, alcuni ormai in pensione, altri ancora in servizio, che insieme all'ex direttore generale Francesco Grue avrebbero commesso violazioni e attivato procedure irregolari. «Ci aspettiamo nei prossimi giorni delle reazioni "piccate" da parte dei dirigenti. In ogni caso sarà un loro diritto controdedurre e dare spiegazioni» ha detto Catarra, che ha ribadito di essere sereno e di aspettarsi altrettanta serenità da parte dei dirigenti, con i quali dovrà continuare a lavorare fianco a fianco. Ma il clima che si respira nei corridoi della Provincia è profondamente diverso: non sarebbe stata affatto tenera la reazione dei dirigenti, che avrebbero minacciato delle azioni legali dopo la presunta fuga di notizie sul dossier.

IL PATTO ETICO. Catarra ha così voluto rilanciare un nuovo corso politico e amministrativo dell'ente attraverso un «patto etico che premi le brave persone e i più meritevoli, per restituire ai dipendenti la passione per il lavoro e il senso d'appartenenza all'istituzione». Dal punto di vista amministrativo competerà alla segretaria Gianna Becci dare seguito alle indicazioni del ministero, prendendo anche provvedimenti d'urgenza per far sì che atti e procedure siano riportati alla piena regolarità. «Per la riorganizzazione ci vorranno due o tre mesi», ha aggiunto Catarra, «il danno erariale per ora non è stato quantificato ma di certo dovrà essere sanato se esiste».

LA GIUNTA. A margine della conferenza stampa Catarra ha voluto anche ribadire la sua fiducia nell'operato della giunta, «è una squadra che ho scelto e che sceglierei ancora», ha detto, mettendo a tacere le voci su eventuali rimpasti e tensioni interne.

LE MINORANZE. Nel frattempo ieri sono arrivate anche le prime reazioni dei gruppi provinciali di minoranza (Pd, Idv e Sinistra ecologia e libertà), che hanno chiesto che tutta la documentazione ministeriale sia messa a disposizione dei gruppi e parallelamente venga convocata con urgenza la VII commissione per discutere della relazione degli ispettori.

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