Provincia, ultime ore per salvare i precari della Teramo Lavoro

Sit-in dei 110 licenziati e vertice in prefettura, le trattative continuano oggi per cercare di prorogare i contratti

TERAMO. Hanno passato il Natale in attesa degli stipendi arretrati e dal 1 gennaio sono a casa perché i loro contratti non sono stati prorogati. Così ieri mattina è esplosa la rabbia degli oltre cento precari di Teramo Lavoro, la società in house della Provincia, impiegati fino a pochi giorni fa in molti settori dell’ente. Ieri mattina un folto gruppo di lavoratori si è ritrovato con i rappresentanti di Cgil e Cisl, Monia Pecorale e Fabio Benitendi, per un presidio sotto la sede della prefettura per chiedere un incontro urgente. I lavoratori sono stati ricevuti dal prefetto Valter Crudo che ha immediatamente convocato una riunione per ieri alle 18 coinvolgendo il presidente della Provincia Valter Catarra, l’assessore provinciale al lavoro Eva Guardiani, la dirigenza di Teramo Lavoro, l’assessore regionale al lavoro Paolo Gatti e il dirigente regionale Germano De Sanctis. Fuori il presidio dei lavoratori è proseguito anche nel pomeriggio. La Regione ha confermato la copertura di 3 milioni di euro (800mila per Teramo) per i servizi per l’impiego attraverso il Fondo sociale europeo mentre rimane l’incognita per la copertura degli altri servizi dell’ente visti i tagli del governo. I sindacati hanno ribadito la necessità di proroga dei contratti, anche senza la liquidità immediata, anche per consentire l’eventuale accesso alla cassa integrazione in deroga e per far rimanere comunque legati i lavoratori alla società in house, ma per far questo c’è tempo fino al 5. Nel frattempo la mancanza di oltre cento lavoratori negli uffici sta provocando notevoli disagi, i più evidenti nei centri per l’impiego ma anche nei settori tributi e ambiente, quasi completamente scoperti. Il caso limite rimane quello del centro per l’impiego di Teramo dove anche ieri gli utenti hanno dovuto fare i conti con lunghissime code per accedere ai servizi di base, come le pratiche per avviare disoccupazione e mobilità. «La beffa è che i soldi ci sono per poter portare avanti i servizi per l’impiego», hanno detto i lavoratori durante il presidio «e sono quelli del Fondo sociale europeo che la Regione ci ha garantito e noi assistiamo a questo rimpallo di responsabilità senza poter far niente. La nostra rabbia è grande, finora non abbiamo usato azioni dimostrative ma adesso siamo davvero stanchi». «Sappiamo che sono stati addirittura utilizzati ragazzi del servizio civile per coprire i lavoratori assenti» denuncia Pecorale, «e diffideremo l’ente a continuare a farlo, così come ci opporremo all’utilizzo del personale a tempo indeterminato nei ruoli che sono rimasti scoperti come ipotizzato dall’assessore Guardiani per una riorganizzazione interna. La riorganizzazione può avvenire ma non scaricando il problema dei dipendenti di Teramo Lavoro». L’incontro di ieri non è stato risolutivo - ha pesato anche l’assenza della dirigente provinciale del settore, Renata Durante, in vacanza, così come il suo vice, e quindi nessuno ha potuto chiarire se le famose carte della Provincia saranno firmate sbloccando i fondi di provenienza regionale - per questo oggi alle 13 se ne terrà un altro a cui parteciperà anche Crudo, ma in Provincia. I precari presidieranno la sala consiliare dalle 10,30, annuncia Benintendi. La questione della mancanza di liquidità in Provincia è stata discussa ieri mattina: è stato dismesso il servizio di guardiania delle sedi provinciali e di rassegna stampa telematica ed è stata adottata la posta certificata per risparmiare carta. Per ora rimane garantita ma in misura ridotta l’apertura del Centro antiviolenza La Fenice e quella dell’Agenzia Giovani.

Barbara Gambacorta

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